Author Topic: Calcolo allo SLU di selle Gerber in c.a.  (Read 15954 times)

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Calcolo allo SLU di selle Gerber in c.a.
« on: 07 April , 2012, 17:26:33 PM »


Calcolo allo SLU di selle Gerber in c.a.

http://ingegneriaforum.it/index.php?action=downloads;sa=view;down=448

Il presente foglio di calcolo esegue il calcolo e la verifica allo Stato Limite Ultimo delle selle Gerber in cemento armato.
Il metodo di calcolo impiegato è quello a tiranti e puntoni, secondo quanto riportato al § 6.5 dell'EC2, unitamente alle regole di dettaglio del § 10.9.4.6 della norma stessa.
Nel foglio sono stati individuati due tralicci resistenti in parallelo secondo quanto riportato nel vol.III del Leonhardt e nella Guida all'uso dell'EC2 dell'AICAP.
La modellazione dei tralicci S&T, la geometria dei nodi ed i controlli della corretta disposizione delle armature vengono eseguiti secondo il vol.III del Leonhardt e le AASHTO LRFD Bridge Design Specifications.

Normativa e bibliografia di riferimento
[1] D.M. 14 Gennaio 2008 - Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni
[2] Circolare 2 Febbraio 2009 n. 617 - Istruzioni per l'applicazione delle "Norme tecniche per le costruzioni di cui al D.M. 14 Gennaio 2008
[3] Eurocodice 2 - Progettazione delle strutture di calcestruzzo - Parte 1-1: Regole generali e regole per gli edifici (UNI EN1992-1-1:2005)
[4] AASHTO LRFD Bridge Design Specifications - 4th Edition 2007
[5] F. Leonhardt, E. Mönnig - C.A. & C.A.P. Calcolo di progetto e tecniche costruttive Vol. III: L'armatura nelle costruzioni in cemento armato
[6] AICAP - Guida all'uso dell'Eurocodice 2 - vol. 1
« Last Edit: 08 April , 2012, 12:12:10 PM by g.iaria »
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Re: Calcolo allo SLU di selle Gerber in c.a.
« Reply #1 on: 12 April , 2012, 21:01:05 PM »




Ho messo questi due disegni,
il primo dal vol. III di Leonhardt-Monnig,
il secondo dall' Angotti+3, capitolo 10.

Il tratto AB di pos. B l'ho aggiunto io per un discorso che farò circa come credo sia da fare corretta la sagomatura di queste barre diagonali pos. B.
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Re: Calcolo allo SLU di selle Gerber in c.a.
« Reply #2 on: 15 April , 2012, 20:25:57 PM »
Riferimento i grafici di g.iaria e le immagini da me postate.
La fig. b del L-M. risolve il traliccio 2 con staffe,
mentre la fig. c risolve lo stesso traliccio con barre (in quel caso due bei fi 25, dipendendo dagli sforzi desunti, anche se per evitare concentrazioni di tensioni, specie nel cls, è sempre meglio adottare fi "piccoli" compatibilmente con la larghezza della Gerber).
La fig. d del L-M è una sorta di variante della fig. c, nella quale mancano le staffe di sospensione del traliccio n. 1 e sulla quale tralascio di discutere una diversa, secondo me, disposizione delle staffe per trattenere il tirante indicato con T1 nella figura del traliccio n. 2 di g.iraria. Nel caso di fig. d del L-M pare non possa adottarsi lo schema del "50% al traliccio n. 1."

Detto questo, il punto che volevo postare era il seguente.
Si faccia riferimento al tirante T1 del traliccio n. 2 di g.iaria e ci si riferisca al solo caso che questo tirante T1 sia risolto con barre e non con staffe.
Si consideri l'asse della reazione verticale ed in un secondo momento anche la larghezza dell'appoggio, ad es. in neoprene semplice o armato.
Si fissi la posizione geometrica e la sagomatura dell'armatura del tirante T1 per come è riportata nella fig. c del L-M e per come è riportata nella fig. 10.73 dell'Angotti+3.
Si confrontino ora gli assi di ciascuna di queste armature (quella di fig. c di L-M e quella di fig. 10.73 di A+3) con gli assi della fig. di g.iaria per il traliccio 2, ripresa da EC2.

Ebbene, anche a prescindere della figura del traliccio n. 2 di EC2, perché il L-M nacque molto prima di EC2, la sagomatura corretta dell'armatura del tirante T1 è quella riportata nella fig. 10.73 di A+3 in quanto acchiappa in alto tutto il flusso della forza verticale offerta dall'appoggio (che noi la pensiamo per comodità concentrata, ma la reazione è su una superfice).
La stessa fig. c del L-M tracciando a quadretti il flusso delle tensioni nei puntoni, risponde a quanto ora osservato.
In pratica per come è disposta l'armatura T1 nella fig. c di L-M, il punto 2 del traliccio n. 2 di g.iaria ricade molto più in basso di come modellato nella stessa figura del traliccio n. 2 richiamato.
Ricade a circa meta altezza della sedia vera e propria. Fatto non ammissibile, se si vuole non violare il modello di EC2 per il traliccio n. 2.
E poi, vero è che nel L-M intitolano le figure come "forme possibili di armature", ma per l'armatura in questione, e per come è disegnata, dove inizia l'ancoraggio? E quanta ne può venire fuori come lunghezza d'ancoraggio con quella geometria del ferro?
Si faccia riferimento sempre alle stesse due figure, la c di L-M e la 10.73 di A+3.
Sicuramente l'errore di cui si parla (quei ferri diagonali di fig. c del L-M) è dovuto al fatto di aver voluto tracciare l'armatura in discussione a tutti i costi accanto alla parte esterna del punto ove la trave cambia sezione, come se fosse armatura esterna normale di una trave o di un pilastro.

Si prenda ora la fig. 10.73 di A+3.
Lì fanno coincidere l'asse della piega punto B con l'asse della reazione verticale.
Io sposterei di almeno 5 cm verso sinistra questo punto B, per quel discorso sul flusso della reazione che è su tutta la piastra e non puntuale.

In ultimo, la fig. 10.73 originale di A+3 non prevede il tratto AB del ferro, che ho aggiunto io, e che ritengo debba morire 5-10 cm a sinistra la variazione di altezza della sezione.
Se manca il tratto AB, subito dopo la messa in esercizio dell'opera, le prime deformazioni del tratto BC "libero", confinato solo da pochi cm di cls, faranno espellere il suo ricoprimento di cls. Basta pensare che queste soluzioni Gerber sono adottate per strutture un po' rilevanti, quindi soggette a deformazioni ben maggiori delle usuali strutture in c.a..

A questo punto si dovrebbe riflettere anche circa la effettiva posizione da assegnare alle staffe, nel caso si opti di utilizzare staffe al posto di barre per gli sforzi del tirante T1 del traliccio n. 2. In questo caso credo il discorso sia lo stesso delle barre, per la posizione geometrica, non per l'ancoraggio.
« Last Edit: 16 April , 2012, 08:53:31 AM by Salvatore Bennardo »
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Re: Calcolo allo SLU di selle Gerber in c.a.
« Reply #3 on: 16 April , 2012, 13:02:27 PM »
Io invece credo che le figure del Leonhardt siano corrette.
Questo perchè è il traliccio che deriva dalla disposizione dell'armatura e non il contrario.
Una volta raggiunta la resistenza a trazione del cls, lo schema delle tensioni principali di trazione e compressione:

va tranquillamente a quel paese ed iniziano a formarsi dei meccanismi resistenti che dobbiamo predisporre mediante apposita armatura in modo da incanalare gli sforzi di trazione e lasciare che l'equilibrio che andrà a ricercare in modo naturale la struttura possa quindi formare i correnti compressi. Sia chiaro che non vi è alcuna certezza che questo traliccio si formerà nella realtà, perchè dopotutto stiamo "costruendo" una soluzione equilibrata, ma non congruente, del problema, per cui potremmo creare infiniti tralicci resistenti, di cui alla fine quelli compatibili con le reali capacità deformative della struttura sono pochissimi. E' questo un motivo per cui un buon metodo per "costruire" il traliccio è tramite la tracciatura delle isostatiche elastiche, che indicano la strada che la struttura aveva già naturalmente seguito prima di fessurarsi, quindi un modo intelligente per costruire un traliccio plausibile è proprio "assecondare" questo schema.
Ecco quindi che una volta tracciata l'armatura, si è così ipotizzato il traliccio S&T: a tiranti, puntoni e nodi.
E' per questo motivo che Leonhardt, a differenza dell'Angotti, non si limita a disegnare la forma delle armature, ma da anche precise indicazioni sulle zone della sella Gerber in cui queste vanno contenute, ad esempio, con i riferimenti della figura del foglio excel:
- le armature di sospensione e pos. B entro 1/4 dell'altezza della trave
- le armature pos. A entro 1/4 dell'altezza del dente
- le armature pos. C entro uno spessore che dista dall'angolo rientrante 1/4 dell'altezza del dente da far ancorare in prossimità dello spigolo esterno superiore del dente.
Il foglio excel esegue anche un controllo sulla corretta disposizione delle armature secondo le indicazioni sopra riportate.

Veniamo all'argomento in questione, ossia le armature pos. C.
Leonhardt prevede due possibilità di realizzazione di queste armature:
1) mediante staffatura inclinata fig. b
2) mediante barre inclinate fig. c
Nel caso 1 il problema dell'ancoraggio non si pone, nel secondo invece risolve il problema mediante ancoraggio a martello con una piastra ortogonale saldata.
Questa scelta a noi può sembrare strana perchè non siamo abituati ad ancoraggi di questo tipo (infatti sull'Angotti viene riportato il classico ancoraggio per aderenza), tuttavia è una soluzione che viene ancora proposta in molti testi americani che trattano l'argomento dei nodi dei modelli S&T.
Soluzione con variante tratta da Barton, D.L., et. al. "Investigation of Strut-and-Tie Models for Dapped Beam Details":


L'argomento dell'ancoraggio dei tiranti nei nodi non è di secondaria importanza, perchè definisce la geometria del nodo in cui convergono le aste, ed è quasi sempre la resistenza dei nodi che determina la resistenza complessiva del traliccio S&T.
Tornando all'argomento in questione, l'ancoraggio proposto nella fig.c del Leonhardt determina la formazione di un nodo meno diffuso di quello proposto dall'Angotti. Questo da un lato comporta una zona di deviazione degli sforzi più compatta, dall'altro comporta una più chiara visualizzazione del nodo ed una più certa schematizzazione dello stesso. Bisogna anche considerare che la fig. c. del Leonhardt è pur sempre figlia del suo tempo, quindi quando ancora la teoria dei modelli S&T non era ancora stata ripresa sviluppata da Schlaich e Schäfer, discepoli di Leonhardt a Stoccarda, e quindi non era ancora matura come lo è adesso, con delle più chiare indicazioni circa le dimensioni da dare ai nodi nel caso in cui questi siano diffusi e non abbiano dei confini che li delimitino fisicamente, come accade ad esempio con le piastre di ancoraggio.
« Last Edit: 16 April , 2012, 13:53:06 PM by g.iaria »
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Re: Calcolo allo SLU di selle Gerber in c.a.
« Reply #4 on: 16 April , 2012, 20:36:31 PM »
Stamani in chat si è accesa una arroventata discussione in merito alla correttezza tra modello e armature, che è il pb da me sollevato.
La questione dell'ancoraggio dei ferri inclinati (pos. B di fig. 10.73) può essere discussa separatamente.

Ero pervenuto alla seguente conclusione: "Geometria realizzata e modello di calcolo devono essere perfettamente sovrapponibili".

Il pb è se il traliccio geometrico teorico e la disposizione effettiva delle armature "stanno o non stanno a litigare", cioè se non sono perfettamente sovrapponibili si possono sviluppare forze reali non più compatibili con le caratteristiche resistenti degli elementi.

In ogni caso, sia per quello di fig. c del L-M, sia per quello di fig. 10.73 di A+3,
il traliccio si sviluppa sempre e comunque, (teoremi dell'analisi limite e fenomeno fisico della ridistribuzione).

Il collega Afazio asseriva che: il traliccio che si formerà dipenderà dalla disposizione delle armature (secondo teorema dell'analisi logica applicata al flusso delle tensioni che dice che le tensioni vanno laddove trovano la via per poter andare).

Il problema è se le armature non sono sovrapponibili al modello, e viceversa, nella realtà si va a sviluppare un "altro traliccio", le cui forze possono non corrispondere affatto a quelle assegnate agli elementi.
E trattandosi di strutture teoricamente isostatiche (i tralicci), se non c'è sovrapposizione perfetta qualcuna becca molto di più di quella per la quale viene proporzionata.

I due modelli di L-M- e di A+3 li ritengo entrambi formalmente validi, ma il più valido è quello che fa lavorare molto più allegramente la struttura.
Quello di A+3 non è altro che una corretta applicazione di quanto prescrive EC2.
Non è corretto applicare il modello schematizzato da EC2 alla fig. c di L-M per le armature, perché geometricamente non sovrapponibili.
In altre parole, se uso il modello di EC2 e poi disegno le armature diagonali come in fig. c del L-M, ho violato quella che ho chiamato "sovrapponibilità".
Alle armature di fig. c di L-M corrisponde un altro modello, così come al modello di EC2 corrispondono le armature di fig. 10.73 di A+3.
La corrispondenza tra modello (schema geometrico di calcolo) e armature è biunivoca.
Se non si rispetta questa biunivocità, nella realtà si va a sviluppare un "altro traliccio".


Riporto quanto detta in proposito EC2 e quanto spiega la guida a EC2, che ho ricercato di proposito a supporto delle superiori asserzioni delle quali ero da convinto sin da prima



Non credo venga in aiuto, specie in fase di progettazione dove si sta a decidere, dire che utilizziamo schemi isostatici per elementi che nel loro intero volume hanno comportamento molto iperstatico (questa la ritengo un'altra storia, che chiamano San c.a.).

Per la sedia Gerber realizzata da americani, sopra postata, sono sicuro che hanno adottato un modello teorico perfettamente sovrapponibile alle armature disposte nel grafico e poi realizzate nella realtà esattamente come disegnate.
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Re: Re: Calcolo allo SLU di selle Gerber in c.a.
« Reply #5 on: 17 April , 2012, 12:16:23 PM »
Il collega Afazio asseriva che: il traliccio che si formerà dipenderà dalla disposizione delle armature (secondo teorema dell'analisi logica applicata al flusso delle tensioni che dice che le tensioni vanno laddove trovano la via per poter andare).

Il problema è se le armature non sono sovrapponibili al modello, e viceversa, nella realtà si va a sviluppare un "altro traliccio", le cui forze possono non corrispondere affatto a quelle assegnate agli elementi.
E trattandosi di strutture teoricamente isostatiche (i tralicci), se non c'è sovrapposizione perfetta qualcuna becca molto di più di quella per la quale viene proporzionata.
Anche io sono d'accordo con il teorema di Afazio, dopotutto sintetizza il teorema fisico che la struttura, tra le infinite configurazioni equilibrate che può assumere una volta fessurata, sceglie quella con la minor domanda di energia di deformazione.
La domanda deve però  coniugarsi con l'offerta disponibile, che è stata già predisposta prima con un corretto posizionamento delle armature.
Sottolineo e ribadisco questo passaggio in quanto fondamentale: è la disposizione dell'armatura che determina il traliccio resistente che verrà a formarsi.

Tornando al discorso della fig. c del Leonhardt, l'autore sintetizza magistralmente in un unico grafico il traliccio resistente risultante dalla sovrapposizione del traliccio 1 e del traliccio 2 che vengono proposti nella guida all'EC2 dell'AICAP (gli stessi proposti nell'Angotti), nell'ipotesi di suddividere la reazione tra i due meccanismi resistenti ipotizzati funzionanti in parallelo:

Si noti la perfetta coincidenza delle zone delimitate dai puntoni del traliccio con i correnti compressi disegnati da Leonhardt.
Credo proprio che gli autori della guida AICAP (Angotti-Orlando) si siano rifatti proprio al modello di Leonhardt.

P.S.: La componente orizzontale della reazione viene portata interamente dal traliccio 1.

« Last Edit: 17 April , 2012, 12:22:55 PM by g.iaria »
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Re: Re: Re: Calcolo allo SLU di selle Gerber in c.a.
« Reply #6 on: 17 April , 2012, 19:04:10 PM »
Sottolineo e ribadisco questo passaggio in quanto fondamentale: è la disposizione dell'armatura che determina il traliccio resistente che verrà a formarsi.

Tornando al discorso della fig. c del Leonhardt, l'autore sintetizza magistralmente in un unico grafico il traliccio resistente risultante dalla sovrapposizione del traliccio 1 e del traliccio 2 che vengono proposti nella guida all'EC2 dell'AICAP (gli stessi proposti nell'Angotti), nell'ipotesi di suddividere la reazione tra i due meccanismi resistenti ipotizzati funzionanti in parallelo:

Si noti la perfetta coincidenza delle zone delimitate dai puntoni del traliccio con i correnti compressi disegnati da Leonhardt.
Credo proprio che gli autori della guida AICAP (Angotti-Orlando) si siano rifatti proprio al modello di Leonhardt.

P.S.: La componente orizzontale della reazione viene portata interamente dal traliccio 1.

Sono perfettamente d'accordo: è la disposizione dell'armatura che determina il traliccio resistente che verrà a formarsi.

Quando dicevo che traliccio e armature devono essere perfettamente sovrapponibili intendevo quello che hai fatto tu con la fig. c di L-M, dove fissate le armature hai sovrapposto il modello (traliccio1 e traliccio 2 insieme).
Quando dicevo che la corrispondenza tra modello e armature è biunivoca, intendo il contrario dell'operazione precedente: Fissati i due tralicci (traliccio 1 e traliccio 2 di EC2), risolta l'analisi statica, le armature quotate che si riportano negli esecutivi devono essere geometricamente sovrapponibili ai due tralicci dai quali si sono ricavati.

Rivedendo il ferro pos. B di fig. 10.73 lo vedo sempre spostato rispetto l'analogo di fig. c di L-M.
Voglio dire che le barre diagonali di queste due figure, che sicuramente ognuna è perfettamente sovrapponibile con il rispettivo modello, non sono posti nella stessa posizione geometrica.
C'è un po' di differenza di posizione tra i due disegni.
In altro modo, se utilizzo il traliccio n. 2 sopra postato in cui la diagonale è distante dallo spigolo di rastremazione e poi pongo le barre inclinate vicino lo spigolo della rastremazione, come nella fig. c di L-M, lo stato tensionale reale che ne deriva sarà "alterato" rispetto a quello calcolato, per quel precedente assunto che è la disposizione dell'armatura che determina il traliccio resistente che verrà a formarsi.
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Re: Calcolo allo SLU di selle Gerber in c.a.
« Reply #7 on: 17 April , 2012, 19:15:37 PM »
Se "alteriamo" lo stato tensionale siamo obbligati a sapere di quanto si altera.
E ricadiamo, senza ragione alcuna, in quei discorsi di "perfetta sovrapponibilità".
« Last Edit: 17 April , 2012, 19:18:44 PM by Salvatore Bennardo »
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Offline MarcoAQ

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Re: Calcolo allo SLU di selle Gerber in c.a.
« Reply #8 on: 16 April , 2013, 16:54:42 PM »
Salve a tutti!
Sto portando avanti il progetto di una trave canale in c.a.p., per un sistema di coperture industriali. Questa trave ha una luce massima di 20 metri e la sezione è quella in allegato, di altezza totale pari a 95 centimetri; la griglia principale nella figura è 5x5 centimetri.
Ho utilizzato il file excel postato da g.iaria per un predimensionamento di massima della sella di appoggio, ma poi mi è sorto un dubbio circa la sezione da considerare. Io ho considerato una sezione a T, composta dall'ala superiore (senza le due mensole) e dall'anima, fino all'intradosso dell'ala inferiore.
Secondo voi è corretta questa impostazione del problema, oppure dovrei utilizzare una sezione diversa?

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Re: Calcolo allo SLU di selle Gerber in c.a.
« Reply #9 on: 16 April , 2013, 20:12:45 PM »
Secondo me agli appoggi (cioè dove è la sella e anche negli altri appoggi) dovresti usare una sezione come certe travi in c.a.p. a doppio T che agli appoggi si presentano rettangolari.
Dalla sezione rettangolare in testata a quella a T si passa con rastremazioni simmetriche.
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