Author Topic: Open or not open?  (Read 4180 times)

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Offline santacruz

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Open or not open?
« on: 12 July , 2012, 18:43:04 PM »
Apro questo thread prendendo spunto da quello tristemente famoso, in quanto foriero di inutili battibecchi, sulla "valiunazione" perché ne nacque un discorso, a mio avviso interessante, sulla opportunità di rendere "open source" il software di calcolo strutturale.
A mio avviso il software open potrebbe avere delle potenzialità, tuttavia c'è il rischio enorme che all'interno di esso ciascuno introduca qualsiasi cosa, col rischio che dopo poco il software diventa inutilizzabile e/o completamente errato.
"Il progetto sismico è in realtà un problema per architetti." (Geoffrey Wood)

Offline Enzo

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Re:Open or not open?
« Reply #1 on: 20 July , 2012, 12:08:17 PM »
Secondo me la cosa sarebbe fattibile ma ci sono troppi interessi economici...

Ovviamente ognuno lo potrebbe modificare come vuole ma dovrebbe essere una commissione che rilascia la versione ufficiale con il quale salvare li file che verrebbe aperto dagli operatori degli uffici tecnici e verificare se tutto è ok.
Se va bene la pratica passa altrimenti si valuta il problema.
Il tuo file salvato con il software mofidicato da te dovrebbe poi dare risultati diversi nella versione ufficiale.
Quindi non puoi truccare la macchina per vincere. Ma puoi proporre delle modifiche che valuterà la commissione addetta.

Che ne pensi?

Offline Gilean

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Re:Open or not open?
« Reply #2 on: 21 July , 2012, 14:24:56 PM »
Ricordo che open non significa gratuito. A mio parere il software dovrebbe essere open e liberamente ispezionabile, coprendo eventualmente da brevetti gli algoritmi importanti. Ricordo che noi dobbiamo possedere una licenza d'uso.
Il calcolo è come la pelle delle @@, lo tiri dove vuoi tu.
Esempio di programmazione a Loop:
L'enunciato che segue è falso
L'enunciato precedente è vero.

Nonostante la consapevolezza dei rischi che si corrono dopo aver visto le prestazioni da 3° dan

Offline santacruz

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Re:Open or not open?
« Reply #3 on: 22 July , 2012, 10:09:45 AM »
Io sono dell'idea che software open potrebbe portare alcuni benefici, tuttavia l'apertura completa a chiunque comporta, secondo me, caos e anarchia con la necessità di introdurre un'ente "terzo" che potrebbe generare probabili "favoritismi" verso le software house più potenti. Già siamo pieni di commissioni e enti inutili e corrotti, introdurne un altro non mi sembra una grande idea....!

Una software house lungimirante potrebbe lasciare la scelta all'utente il quale se vuole, può scaricare i codici sorgenti e contribuire in qualche modo allo sviluppo, magari tramite sconti sui prezzi e simili. Un po' quello che è nato intorno a Nolian e al suo scripting ma fatto a livello di codici sorgente.
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Offline Enzo

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Re:Open or not open?
« Reply #4 on: 22 July , 2012, 11:13:04 AM »
Questo "ente terzo" o commissione che dir si voglia, è composto da programmatori che rilasciano un software da loro scritto ed a codice aperto. Le software house commerciali possono continuare a vendere i loro prodotti. Ma se i risultati per uno stesso calcolo risultano diversi allora bisogna vedere perchè? In un codice aperto puoi capire (o cercare di capire) perchè.
con un software commerciale no. Quindi le software house possono avanzare anche loro le lro critiche e discuterne ma a quel punto l'obiettivo è raggiunto, cioè quello di sapere cosa fa il software.
Se qualcosa non mi convince io ho la possibilità (se voglio) di sapere perchè, scrutando il codice e magari modificandolo e così crescendo sia professionalmente che in termini di sicurezza. Mentre con un software chiuso non lo posso fare. Certo posso parlare con l'assistenza ma fino a che punto.

C'è il problema che nessuno comprerebbe più software, almeno di basso medio-livello e quindi un sacco di posti di lavoro in pericolo. Però non si può soffocare una classe di professionisti per mantenerne un'altra di dipendenti che comunque se se fosse versamnte così avrebbero di che guadagnarci in quanto sanno benissimo come funzionano FEM, algoritimi, procedure e quant'altro e quindi avrebbero l'opportunità di camminare sulle loro gambe.
Open source insomma....
Poi nessuna anarchia perchè il software da utilizzare per le pratiche agli uffici dovrebbe essere quello rilasciato periodicamente dall' "ente terzo".

 

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