Author Topic: Il fallimento degli Stati Limite nel calcolo geotecnico  (Read 3643 times)

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Offline g.iaria

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Il fallimento degli Stati Limite nel calcolo geotecnico
« on: 27 August , 2012, 11:58:37 AM »
La nuova versione di Muro del prof. Gelfi (http://dicata.ing.unibs.it/gelfi/software/programmi_studenti.html), è stata aggiornata alle NTC'08, e prevede pertanto anche il calcolo geotecnico agli stati limite con tutta la sua accozzaglia di approcci, combinazioni e coefficienti di combinazione.
Rimane pur tuttavia sempre attiva la possibilità di eseguire il calcolo alla maniera classica (tensioni ammissibili) secondo il D.M.'96.
Nella "NOTA SULL’APPLICAZIONE DELLE NTC 2008" contenuta nel file di aiuto del programma, si dice:
"Il procedimento di verifica dei muri di sostegno utilizzando il metodo agli stati limite secondo le indicazioni delle NTC o dell’Eurocodice 7 è, a parere dello scrivente, particolarmente ed inutilmente complicato e cervellotico. Si devono infatti eseguire le verifiche allo stato limite di equilibrio come corpo rigido (EQU), allo stato limite di resistenza della struttura (STR) e allo stato limite di resistenza del terreno (GEO) e per ciascun tipo di verifica cambiano i coefficienti parziali di sicurezza. Inoltre si possono adottare due diversi approcci progettuali e nell’Approccio 1 si possono impiegare due diverse combinazioni di gruppi di coefficienti parziali. Per ciascun tipo di verifica cambiano i coefficienti parziali di sicurezza e le verifiche in presenza di sisma non sempre sono più gravose di quelle statiche. Infine si deve considerare sia il valore positivo che negativo del coefficiente sismico verticale kv.
...
...
Si consiglia inoltre di confrontare i risultati delle verifiche agli stati limite secondo le NTC con quelli delle verifiche col metodo delle tensioni ammissibili secondo il DM ’96, verifiche generalmente a favore di sicurezza e ormai collaudate da decenni di esperienza."

Mi fa piacere che il prof. Gelfi, persona speciale e stimatissima, esponga così la sua autorevole opinione circa il marasma normativo che caratterizza l'attuale calcolo geotecnico.
Nella sua chiosa, nel consigliare comunque di confrontare i risultati con quelli ricavati secondo il D.M.'96, di fatto sostiene in modo diplomatico il fallimento del corpus normativo (EC7 ed NTC'08) che ha decretato l'applicazione degli SL al calcolo geotecnico.
Un bravo scienziato è una persona con delle idee originali.
Un bravo ingegnere è una persona che fa un progetto che funziona con il minor numero possibile di idee originali.

Freeman Dyson

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Re:Il fallimento degli Stati Limite nel calcolo geotecnico
« Reply #1 on: 27 August , 2012, 14:29:35 PM »
Non sono d'accordo. L'unica cosa che cambia è in realtà l'uso di coefficienti parziali al posto di quello unico.
Il vero problema è la calibrazione del metodo perché i coefficienti non sono ancora molto precisi.
Molto probabilmente è dovuto al fatto che si è voluto operare in favore eccessivo della sicurezza data l'enorme dispersione dei dati dei terreni.
Si è fatta di tutta l'erba un fascio e amen.
Proprio al riguardo è utile questo documento sull'esperienza tedesca:
http://www.associazionegeotecnica.it/sites/default/files/rig/RIG_2007_1_053.pdf

A mio avviso si è esagerato nell'introduzione dei set di coefficienti. I coefficienti GEO per le azioni a cosa servono ? Non sarebbe bastato usare quelli della combinazione RARA o caratteristica ?
Bisogna riportare questa normativa alla semplicità e calibrare i coefficienti di conseguenza.

Non è fallimentare il metodo SL ma lo è la sua implementazione nel caso della geotecnica. Sarà necessario che passino molti anni per aggiustare il tiro.
Io inizierei a imporre l'uso di metodi statistici più rigorosi nella valutazione dei parametri geotecnici (non ci vuole molto) e a sostituire la comb. GEO (per le sole azioni) con quella RARA.

Offline g.iaria

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Re:Il fallimento degli Stati Limite nel calcolo geotecnico
« Reply #2 on: 27 August , 2012, 20:41:06 PM »
Non sono d'accordo. L'unica cosa che cambia è in realtà l'uso di coefficienti parziali al posto di quello unico.
Il vero problema è la calibrazione del metodo perché i coefficienti non sono ancora molto precisi.
Scusa Legs, ma con quale parte del mio intervento non sei d'accordo?
L'uso dei coefficienti parziali non è l'unica cosa che è cambiata visto che sono spuntati 2 approcci, di cui uno con 2 combinazioni di carico, ed una sfilza di coefficienti di combinazione, sulle azioni (A), sui parametri geotecnici (M) e sulle resistenze (R).
Circa la calibrazione del metodo, ti sembra giusto abbandonare un metodo ormai consolidato negli anni passati, con il quale sono state realizzate migliaia di opere geotecniche in tutto il mondo, e del quale si è sicuri dell'affidabilità, in favore di un metodo che deve ancora calibrare i suoi coefficienti in rapporto all'intrinseca aletatorietà dei parametri geotecnici?
Non è fallimentare il metodo SL ma lo è la sua implementazione nel caso della geotecnica.
Ed è proprio per questo che il topic è stato intitolato:"Il fallimento degli Stati Limite nel calcolo geotecnico".
Non è la teoria agli Stati Limite ad essere in discussione, ma come questa è stata applicata nel calcolo geotecnico, rendendolo, come dice il prof. Gelfi, inutilmente complicato e cervellotico.
Insomma, un marasma di combinazioni e coefficienti in una scienza così approssimata come la geotecnica, tanto valeva tenere un unico coefficiente di sicurezza globale come si è sempre fatto e si fa ancora, ad esempio negli Stati Uniti. 
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Re:Il fallimento degli Stati Limite nel calcolo geotecnico
« Reply #3 on: 27 August , 2012, 21:50:27 PM »
Ed è proprio per questo che il topic è stato intitolato:"Il fallimento degli Stati Limite nel calcolo geotecnico".
Non sono d'accordo nel dire che gli SL hanno fallito in geotecnica. Il vero fallimento è come sono stati proposti e calibrati.
Infatti noto che usando l'approccio 2 i dimensionamenti sono in genere più ragionevoli. L'approccio 1 è veramente fuori strada.
Non trovo sicuramente giusto che si sia abbandonato in modo così netto il metodo del coefficiente unico. E' per questo che ho proposto quel PDF dell'esperienza tedesca dove hanno deciso di usare un approccio 2 modificato per ottenere dimensionamenti simili a quelli del metodo col coefficiente unico.
Allo stesso tempo trovo però ragionevole il metodo dei coefficienti parziali solo che nel caso specifico non si è arrivati ad una soluzione plausibile.
Auspico che si adotti una soluzione come quella tedesca che salverebbe capra e cavoli.

 

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