Author Topic: Stabilità pendio franato  (Read 4248 times)

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Offline IngTinda

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Stabilità pendio franato
« on: 02 January , 2011, 15:16:52 PM »
Se in un pendio in frana conosco la superficie di frana, la verifica di stabilità (ed i conseguenti interventi) va fatta solo su quella superficie, oppure anche in riferimento alla famosa maglia dei centri a raggio variabile? Se poi decidessi di eliminare lo strato franato e sostituirlo con materiale integro come parte dell'intervento di risanamento, devo adottare la maglia dei centri a raggio variabile oppure calcolare la stabilità sempre sulla superfici a individuata in sede di indagini geologiche?


 
Ingegneria nuove gravemente alla salute!

Offline Gilean

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Re: Stabilità pendio franato
« Reply #1 on: 02 January , 2011, 15:56:36 PM »
stavo proprio pensando in questi giorni di creare una sorta di piccolo tread in cui ciascuno esponesse le sue perplessità, ed in cui si affrontasse un piccolo tutorial con l'ausilio di qualche programma di calcolo (stap?) per la risoluzione di pendii ed eventi franosi (due cose molto diverse ovviamente).  Il problema e' il tempo che mi manca, ma con validi aiuti (Conti? Zax? chi altro?) sono sicuro che ne uscirebbe fuori qualcosa di interessante.

Ecco il mio personale modo di vedere la cosa:
 

Una analisi di un pendio in frana e' profondamente diversa dalla analisi di staiblità globale di un pendio naturale. Difatti, mentre nel primo caso hai una superficie di scorrimento ben definita, nella quale le forze resistenti sono state superate dalle tensioni di taglio "mobilitanti", nella seconda non conosci a priori la superficie di scorrimento, e di conseguenza devi fissare una forma della stessa( circolare, logaritmica", una eventuale maglia dei centri e lunghezza del raggio. Nel caso di una frana io mi occuperei unicamente della superficie franata. Dapprima analizzerei il pendio in condizioni naturali (uso Morgenstein), con superficie di scorrimento generica, localizzata nell'interfaccia della frana (non quindi circolare). Una volta ricavatomi il coefficiente di sicurezza, hai due metodi

1: Effettuare una Back Analisi del pendio in termini di resistenza e posizionamento degli interventi, andando ad individuare la posizione e la resistenza dell'intervento atta a stabilizzare il tutto

2: se come succede spesso gli interventi hanno geometrie imposte, allora devi agire sulle resistenze degli stessi



Spero che Conti o altri colleghi possano contraddirmi o confermare, ed in caso ampliare quanto detto da me.
« Last Edit: 02 January , 2011, 16:00:55 PM by Gilean »
Il calcolo è come la pelle delle @@, lo tiri dove vuoi tu.
Esempio di programmazione a Loop:
L'enunciato che segue è falso
L'enunciato precedente è vero.

Nonostante la consapevolezza dei rischi che si corrono dopo aver visto le prestazioni da 3° dan

Offline michele conti

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Re: Stabilità pendio franato
« Reply #2 on: 03 January , 2011, 09:50:58 AM »
caro Gilean ti rispondo con piacere. il mio è solo un contributo ad una discussione interessante su una questione molto complessa e che va affrontata caso per caso. (il bello della geotecnica è che le situazioni cambiano sempre e non si può parlare di routine)
sono d'accordo con quello che dici con qualche distinguo
Una analisi di un pendio in frana e' profondamente diversa dalla analisi di staiblità globale di un pendio naturale. Difatti, mentre nel primo caso hai una superficie di scorrimento ben definita, nella quale le forze resistenti sono state superate dalle tensioni di taglio "mobilitanti", nella seconda non conosci a priori la superficie di scorrimento, e di conseguenza devi fissare una forma della stessa( circolare, logaritmica", una eventuale maglia dei centri e lunghezza del raggio. Nel caso di una frana io mi occuperei unicamente della superficie franata.
dato che difficilmente i parametri sono univoci e certi la prcedura della back analisys è quellla più indicata facendo all'inizio una analisi di tipo probabilistico e di sensitività (uso di solito slide e phase) per identificare quali sono i parametri più sensibili (gamma, phi, c, ru etc) e quali sono nelle condizioni di partenza (Fs=1) i parametri geotecnici di base (controllo di quelli ricavati)
poi la superficie
bisogna sempre fare riferimento alle forme osservate presenti sia nella zona in oggetto che nelle immediate vicinanze e che in genere sono tipiche di certi materiali (a parte la ricostruzione storica di quantoo porebbe essere accaduto sul pendio tipo forme indicative di vecchie attività relitte, variazioni delle condizioni l contorno etc) e quindi cominciare con una superficie singola e poi generare famiglie della stessa forma che identifichino un range di debolezza etc..
metodi
ltre a quello che usi, completoo, molto interessante è Sarma per ottenere il cosidetto Kc per le analisi simiche o Newmark etc.

e qui per ora mi fermo

Offline Gilean

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Re: Stabilità pendio franato
« Reply #3 on: 03 January , 2011, 19:26:33 PM »
Non capisco una cosa onestamente

La back analisis e' una tipologia di analisi basata su simulazione numerica, che consente, imponendo coefficiente di sicurezza unitario, di risalire ai parametri geotecnici del terreno interessato. Ma delle prove di laboratorio che forniscano tali parametri potrebbero permettere benissimo di evitare la back analisis, e sicuramente sarebbero più esaustivi. Che ne pensi?

Ancora, certi software (diciamo stap? almeno per quel che ne so io), permettono una sorta di analisi di sensitività basata sulla ricerca di un certo coefficiente di sicurezza, in funzione del posizionamento degli interventi. Tale analisi non l'ho mai condotta, se non una volta, ed ho trovato che inserendo un intervento agente come forza di interstriscia (una classica paratia), il coefficiente non risultasse quello voluto in quanto cambiava la superficie di scorrimento. Ma allora tale analisi a che serve?

ringrazio ingTinda, conti o altri che vorranno contribuire a questa interessantissima discussione.
« Last Edit: 03 January , 2011, 19:29:07 PM by Gilean »
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Offline michele conti

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Re: Stabilità pendio franato
« Reply #4 on: 04 January , 2011, 08:34:50 AM »
le prove di laboratorio  hanno il difetto in quanto puntuali di rappresentare solo parzialmente e non in modo esaustivo (ricorda che sono affette da errori chiamamolo sistematici dovuti al campinamento tipologia sondaggio errori di preparazione  e ricostruzione provino etc) con la analisi a ritroso hai un incrocio di controllo
per analisi di sensitività intendevo quella sui parametri geotecnici che ti permette di vedere quanto sia sensibile il sistema ad una variabile o a variabili accoppiate
nell'ultimo caso da te citato devi forzare il programma a usare la superficie critca trovata prima dell'inserimento. lui naturalmente (bisogna vedere ccome lavora) bypassa l'opera il problema è vedere che sollecitazioni al taglio sviluppa la paratia e la tirantatura

 

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