Author Topic: Progettare in CDA?  (Read 12471 times)

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Offline Salvatore Bennardo

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Re: Progettare in CDA?
« Reply #15 on: 10 April , 2012, 12:47:28 PM »

In qual caso di sopra, per elementi di dimensioni ordinarie,
anziché 1 fi 12 ogni 9 cm al posto di 1 fi 8 ogni 4,
io ho sempre fatto mettere 2 fi 8 ogni 8 (accoppiate, alternando lo spigolo aperto), in quanto trattandosi di staffe  è molto più sbrigativo maneggiare staffe fi 8 che fi 12.
In sostanza, per elementi di dimensioni ordinarie, ritengo sia più economico avere staffe fi 8 (accoppiate come detto, se il passo viene stretto), piuttosto che 1 fi 12.
Massimo.T mi fece osservare che 2 fi 8 ogni 8 invece di 1 fi 8 ogni 4, rendeva l'elemento meno duttile. In linea generale concordo che sia proprio così, ma occorre bilanciare tutto, inclusa la tempistica del montaggio. Mettendo 2 fi 8 ogni 8 alla fine mi rimangono solo 5 cm di cls "scoperto" => quindi... (con 2 fi 8 ogni dieci mi rimarrebbero 7 cm scoperti, ed anche con 7 cm di scopertura penso il cls sia ben confinato).

Per quanto riguarda quel discorso della verifica dei nodi, nel punto in cui ingwilly dice di aumentare la classe del cls per le verifiche, tempo fa con excel, che uso in maniera molto elementare, mi sono "sbizarrito" a fare delle prove con le formule di NTC che dettano la quantità di staffe nei nodi.
Ci si aspetta che aumentando Rck, diminuiscano le staffe nei nodi.
Ebbene, a me accadeva il contrario.
Volevo aprire un post per testare i colleghi (penso lo aprirò).
Su quest'ultimo punto a voi, più esperti di me in NTC e uso di excel, la parola.
massima mai scaduta: la tua sinistra non sappia mai del bene che fa la tua destra (sempre che sia vero che lo faccia)
sin²(theta)=omega*sin(alfa)
Mitico Crozza! Commento di Bossi dopo le disastrose elezioni amministrative: "Poteva andare peggio. Potevo avere più figli..." (per come replicato in un post da ing.Max)

Offline afazio

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Re: Progettare in CDA?
« Reply #16 on: 10 April , 2012, 13:01:11 PM »
In qual caso di sopra, per elementi di dimensioni ordinarie,
anziché 1 fi 12 ogni 9 cm al posto di 1 fi 8 ogni 4,
io ho sempre fatto mettere 2 fi 8 ogni 8 (accoppiate, alternando lo spigolo aperto), in quanto trattandosi di staffe  è molto più sbrigativo maneggiare staffe fi 8 che fi 12.
In sostanza, per elementi di dimensioni ordinarie, ritengo sia più economico avere staffe fi 8 (accoppiate come detto, se il passo viene stretto), piuttosto che 1 fi 12.
Massimo.T mi fece osservare che 2 fi 8 ogni 8 invece di 1 fi 8 ogni 4, rendeva l'elemento meno duttile. In linea generale concordo che sia proprio così, ma occorre bilanciare tutto, inclusa la tempistica del montaggio. Mettendo 2 fi 8 ogni 8 alla fine mi rimangono solo 5 cm di cls "scoperto" => quindi... (con 2 fi 8 ogni dieci mi rimarrebbero 7 cm scoperti, ed anche con 7 cm di scopertura penso il cls sia ben confinato).

Per quanto riguarda quel discorso della verifica dei nodi, nel punto in cui ingwilly dice di aumentare la classe del cls per le verifiche, tempo fa con excel, che uso in maniera molto elementare, mi sono "sbizarrito" a fare delle prove con le formule di NTC che dettano la quantità di staffe nei nodi.
Ci si aspetta che aumentando Rck, diminuiscano le staffe nei nodi.
Ebbene, a me accadeva il contrario.
Volevo aprire un post per testare i colleghi (penso lo aprirò).
Su quest'ultimo punto a voi, più esperti di me in NTC e uso di excel, la parola.

Feci notare il fatto che all'aumentare della classe del cls aumenta il quantitativo della staffe molto tempo fa, portando il paradosso apparente che un errato (o anche voluto) approvigionamento di cls di classe superiore in corso d'opera poteva rendere l'eseguito non collaudabile.
Il paradosso appare se non viene considerato il fatto che crescendo la resistenza del cls deve per forza di cose crescere il quantitativo di armatura necessaria per il suo confinamento. Ed infatti la limitazione delle staffe in maniera direttamente proporzionale alla resistenza del cls deriva proprio dal "confinamenti".
« Ogni qualvolta una teoria ti sembra essere l’unica possibile, prendilo come un segno che non hai capito né la teoria né il problema che si intendeva risolvere. »
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Offline Salvatore Bennardo

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Re: Progettare in CDA?
« Reply #17 on: 10 April , 2012, 13:55:03 PM »

@ afazio.
Riferisci quello che dici come cosa vera in generale oppure è riferito solo ai nodi? La statica dei quali non è affatto agevole e immediata?
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Re: Progettare in CDA?
« Reply #18 on: 10 April , 2012, 15:16:04 PM »
@ afazio.
Riferisci quello che dici come cosa vera in generale oppure è riferito solo ai nodi? La statica dei quali non è affatto agevole e immediata?

quello che c'è di vero, di generale nonchè agevole ed immediato è il fatto che non comprendo la tua domanda.
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Offline afazio

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Re: Progettare in CDA?
« Reply #19 on: 10 April , 2012, 15:24:06 PM »
quello che c'è di vero, di generale nonchè agevole ed immediato è il fatto che non comprendo la tua domanda.


Partiamo dalla lettura delle limitazioni sulle armature relative ai pilastri e contenute al p.to 7.4.6.2.2 del DM2008.
Il valore minimo delle staffe da prevedere nei pilastri per una struttura progettata in CDA vale:

Ast/s = 0.08*fcd*bst/fyd

come vedi il quantitativo minimo di staffe da prevedere è direttamente proporzionale ad fcd. Ciò significa che se in progetto hai previsto l'uso di un C20/25 ed hai ricavato un Ast/(s*bst), questo non è piu' sufficiente se per caso in cantiere hai utilizzando un calcestruzzo di classe superiore per esempio un C25/30.
 Chiaro?
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Offline Salvatore Bennardo

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Re: Progettare in CDA?
« Reply #20 on: 10 April , 2012, 15:27:24 PM »
Feci notare il fatto che all'aumentare della classe del cls aumenta il quantitativo della staffe molto tempo fa, portando il paradosso apparente che un errato (o anche voluto) approvigionamento di cls di classe superiore in corso d'opera poteva rendere l'eseguito non collaudabile.
Il paradosso appare se non viene considerato il fatto che crescendo la resistenza del cls deve per forza di cose crescere il quantitativo di armatura necessaria per il suo confinamento. Ed infatti la limitazione delle staffe in maniera direttamente proporzionale alla resistenza del cls deriva proprio dal "confinamenti".

Dalla lettura dell'ultimo post di afazio credo opportuno modificare il presente post come segue:

Ora mi è chiaro quel post precedente dello stesso afazio.


P.S. A me sfuggiva 74622, però poi notai che la mia domanda risultò agevole e immediatamente comprensibile.
« Last Edit: 10 April , 2012, 15:42:46 PM by Salvatore Bennardo »
massima mai scaduta: la tua sinistra non sappia mai del bene che fa la tua destra (sempre che sia vero che lo faccia)
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ingwilly

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Re: Progettare in CDA?
« Reply #21 on: 10 April , 2012, 16:30:02 PM »
Solo una precisazione:
Nel mio intervento sui nodi in CDA non entravo nel merito del quantitativo di armatura, ma solo dell'impossibilità, molto frequente, di non verificare il nodo a compressione con la formula 7.4.8.
In questa formula non compaiono quantità riferite all'armatura, ma solo classe calcestruzzo e dimensioni.
Poi c'è anche la 7.4.10 (resistenza a trazione) in cui compaiono le armature.

Ricordo che entrambe le verifiche devono essere fatte solo se si è in CDA.

Questo combinato disposto delle due formule è micidiale e spesso comanda sulle dimensioni delle sezioni vanificando il preteso ripsrmio che si otterrebbe con l'amento del q.
A me è capitato spesso di dover intervenire, anzi è stato il primo problema in cui mi sono imbattuto riprogettando l'esempio AICAP all'inizio del mio periodo di autoformazione.
Il mito delle sezioni snelle e del risparmio è caduto subito confrontandomi con questo esempio che è stato spacciato dagli autori come paradigma della convenienza delle NTC in CDA.

Willy
« Last Edit: 10 April , 2012, 16:32:39 PM by ingwilly »

Offline afazio

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Re: Progettare in CDA?
« Reply #22 on: 10 April , 2012, 16:35:08 PM »
Solo una precisazione:
Nel mio intervento sui nodi in CDA non entravo nel merito del quantitativo di armatura, ma solo dell'impossibilità, molto frequente, di non verificare il nodo a compressione con la formula 7.4.8.
In questa formula non compaiono quantità riferite all'armatura, ma solo classe calcestruzzo e dimensioni.
Poi c'è anche la 7.4.10 (resistenza a trazione) in cui compaiono le armature.

Ricordo che entrambe le verifiche devono essere fatte solo se si è in CDA.

Questo combinato disposto delle due formule è micidiale e spesso comanda sulle dimensioni delle sezioni vanificando il preteso ripsrmio che si otterrebbe con l'amento del q.
A me è capitato spesso di dover intervenire, anzi è stato il primo problema in cui mi sono imbattuto riprogettando l'esempio AICAP all'inizio del mio periodo di autoformazione.
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Willy

interessante.
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Renato

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Re: Progettare in CDA?
« Reply #23 on: 10 April , 2012, 17:14:06 PM »
Per non parlare della verifica a taglio nelle pareti duttili in CDA dove, oltre a dover incrementare notevolmente il taglio agente è imposta la riduzione del 60% della resistenza a taglio compressione Vrd,max.  Infatti lo stesso Fardis esordisce (§ 5.7.4.2): "It is very hard to verify in shear the critical region of DCH walls."
ed io aggiungo chi ha colpa dei suoi mali pianga se stesso...

Penso che la doppia tipologia di duttilità (CDA, CDB) sia una inutile complicazione vista la scarsa conoscenza (allo stato dell'arte e sulla base di un calcolo lineare fondato su spettri solo indicativi) del reale comportamento non lineare delle strutture che costringono a drastiche riduzioni di resistenza, introduzioni di spannometriche sovraresistenze e approssimative valutazioni di duttilità.

Offline Salvatore Bennardo

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Re: Progettare in CDA?
« Reply #24 on: 10 April , 2012, 18:18:05 PM »
occorre non dimenticare, in questo discorso di q maggiore, periodi più alti, accelerazione spettrale piu piccola.. ecc ecc, che in ogni caso la struttura deve essere in grado di poter subire gli stessi spostamenti che sarebbero stati indotti dal sisma preso per intero.
Questo significa che devi progettare delle sezioni in c.a. in grado di potersi deformare parecchio in campo plastico.  Qui entra in gioco il discorso della duttilità e del confinamento del cls cosa che personalmente mi sembra uguale alla determinazione del sesso delle formiche gay.

Questa non l'ho capita.
Vuol dire che mi necessita altro tempo.

In ogni caso, per quanto raffinato e potente sia il modello utilizzato e l'algoritmo di calcolo implementato, i periodi propri (quelli veri) sono sempre più alti di quelli estraibili a mezzo di questo modello.
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Re: Re: Progettare in CDA?
« Reply #25 on: 10 April , 2012, 18:28:42 PM »
Solo una precisazione:
Nel mio intervento sui nodi in CDA non entravo nel merito del quantitativo di armatura, ma solo dell'impossibilità, molto frequente, di non verificare il nodo a compressione con la formula 7.4.8.
In questa formula non compaiono quantità riferite all'armatura, ma solo classe calcestruzzo e dimensioni.
Poi c'è anche la 7.4.10 (resistenza a trazione) in cui compaiono le armature.

Ricordo che entrambe le verifiche devono essere fatte solo se si è in CDA.

Questo combinato disposto delle due formule è micidiale e spesso comanda sulle dimensioni delle sezioni vanificando il preteso ripsrmio che si otterrebbe con l'amento del q.
A me è capitato spesso di dover intervenire, anzi è stato il primo problema in cui mi sono imbattuto riprogettando l'esempio AICAP all'inizio del mio periodo di autoformazione.
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Willy

Visto che il topic partì e dai primi interventi sembrava concludersi che non c'era tanta differenza tra le due scelte CD A e CD B, mentre ora mi pare stia prendendo una piega evolutiva molto ben marcata, ritengo imperativo questo tuo contributo, al quale è da aggiungere quanto solleva pure il collega Renato.

Sicuramente c'è poca o trascurabile differenza solo quando si ha in mano una struttura modesta in altezza.
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Re: Progettare in CDA?
« Reply #26 on: 10 April , 2012, 19:37:17 PM »
Dimenticavo.
Riallacciandomi alle problematiche sollevate da ingwilly e Renato, anche per edifici modesti in altezza la non eventuale regolarità contribuisce a rendere micidiale la questione nel caso si opti per CD A.

Abbiamo una marea sterminata di variabili da gestire.
Se è così, questa si che è divenuta una professione molto elevata.
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Re: Progettare in CDA?
« Reply #27 on: 22 May , 2012, 12:41:39 PM »
Riprendo quest post senza rileggere le tante cose dette, ma per offrire una mia recente esperienza.

Ho avuto a che fare con una struttura che a prima vista appare regolarissima in pianta e in altezza, quindi q un po' maggiore.
Solo tre solai piani (orizzontali) e copertura a capanna (solaio laterocementizio inclinato a due falde).
Altezze di interpiano: 3,70, 3,20 e 3,20.
sw CDS.

Ebbene, dopo aver predimensionato ed eseguito l'input, dalla elaborazione come armature dei pilastri usciva molto ferro da mettere.
Per me l'ideale è che sia un po' maggiore dell'1% e, se non è possibile attenermi a questa mia personale prescrizione, al massimo il 2% (altrimenti nelle nelle zone di sovrapposizione succede un casino).
Ho iniziato a centrare piano per piano i baricentri in orizzontale e in verticale, modificando i pilastri, e anche allargandoli per diminuire la % di As; ho variato il cls; ho variato da CDB e CDA.

Tralasciando tanti discorsi, dico ad esempio che fissando CD B e variando il cls in 250, 300 e 350, le armature escono sempre le stesse, e sto cercando di darmene una spiegazione aggiornandomi con l'ultimo testo del Mezzina+altri.
Alla fin ne sono uscito fuori con una soluzione ottimale (ottimale per come la vedo io) con dei pilastri (non tutti) che al massimo hanno As del 2%; parecchi hanno As tra l' 1,2 e l' 1,6 per cento.
In ogni caso per come la vedo io, a prescindere dalla %, avere oltre 5 barre lungo un lato di 30 cm del pilastro per me è un casino (barre troppe fitte, specie nelle sovrapposizioni).
Non ditemi che potevo allargare i pilastri, perché per me sono in numero e dimensioni "enormi" (le ho provate tutte).

Veniamo al topic vero e proprio.
Comunque variavo le tante variabili di input, questa struttura (ripeto, a vista degli occhi dei più esperti appare sempliciotta) non c'era modo di farla verificare in CD A.

Dimenticavo di dire che il lotto si trova in area in cui ci sono le più alte PGA d'Italia, e meno male che le varie variabili dello spettro, tranne suolo tipo B e non A, erano le minime possibili (ad esempio coeff. per la pendenza T1 che è il minimo, =1, appena provavo, ma solo per prova, con 1,2 non verificava).

In definitiva volevo dire che la scelta tra CD A e CD B in questo caso è stata determinante.
Mettendo CD A la struttura non era conforme a NTC 2008, mentre mettendo CD B è perfettamente a noma.

Gli "scherzi" dell'antisismica,..., che non finiranno mai.
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Offline Gilean

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Re: Progettare in CDA?
« Reply #28 on: 22 May , 2012, 17:00:31 PM »
benvenuto salvatore, nell'inferno di noi ingegneri Messinesi che costruiamo sui pendii :)
Il calcolo è come la pelle delle @@, lo tiri dove vuoi tu.
Esempio di programmazione a Loop:
L'enunciato che segue è falso
L'enunciato precedente è vero.

Nonostante la consapevolezza dei rischi che si corrono dopo aver visto le prestazioni da 3° dan

 

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