Author Topic: Programma di verifica a presso-flessione deviata di sezioni generiche in c.a  (Read 135784 times)

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zax2010

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Parte 8

SLU – Si comincia
Annuncio subito che questa volta non ci saranno algoritmi sconosciuti o procedure “magiche”.

Intanto vediamo cosa cerchiamo. La verifica SLU consisterà nel determinare il dominio di rottura nel piano Mx-My dato un determinato Nd agente sulla sezione.
Tale “fetta di salame” verrà ricavata tramite le equazioni di equilibrio, per punti, posizionando l'asse neutro all'interno della sezione in modo che le risultanti di compressione e di trazione dei vari elementi della sezione diano proprio Nd, e facendo via via ruotare l'asse neutro, in modo da ricavare più punti di tale dominio.

Vedrete comunque che tutti gli algoritmi presentati si riferiranno al una inclinazione ben precisa dell'asse neutro, ovvero asse neutro inclinato di 0 gradi rispetto all'asse delle X.
Perchè la “furbata” proposta consiste nel far ruotare la sezione piuttosto che l'asse neutro.
Ovviamente i vari risultati, ricavati per una rotazione ben precisa della sezione, dovranno essere “ruotati al contrario” affinchè si abbiano valori congruenti.

Perchè questa scelta?
E' semplicemente un modo di semplificare le equazioni di geometria analitica che altrimenti dovremmo gestire. Ad esempio per convenzione definiremo la parte compressa della sezione tutta quella che sta al di sopra dell'asse neutro. E quindi un vertice di sezione sarà nella zona compressa se la sua coordinata y è maggiore della coordinata yn dell'asse neutro. Così come sarà facile trovare il vertice compresso più distante dall'asse neutro.
Attenzione nulla che non possa risolversi anche nel caso “storto”, ma certamente con qualche complicazione in più che invece con questa impostazione potremo risparmiarci.

In pratica, una volta posizionato l'asse neutro in una posizione di partenza, procederò tagliando in strisce orizzontali, abbastanza sottili, la parte compressa della sezione. Per ogni striscia dovrò determinare il dN che essa è in grado di esprimere. La sommatoria di tutti questi dN oltre alla ?Na espressa dalle armature compresse mi definisce una N complessiva della parte compressa della sezione. Ricavata la Na delle armature tese, il semplice N-Na mi indica un valore di Nd che la sezione nel suo complesso è in grado di esprimere. Se questo Nd è quello dato, allora la posizione dell'asse neutro è corretta, e posso ricavare, sapendo le posizioni della risultante di N compressa e Na tesa, i momenti Mx ed My di rottura corrispondenti (rispetto al baricentro della sezione omogenea), altrimenti si deve riposizionare l'asse neutro e procedere per iterazioni successive.

Una semplice figura, come questa qui sotto vale più di 100 parole. Le crocette in rosso scuro (posizionate a casaccio, lo ammetto) sarebbero le risultanti degli sforzi di compressione e di trazione.



Quindi è chiaro, dobbiamo concentrarci sul calcolo di risultanti di compressione. Tutto il resto sono iterazioni che per adesso non ci interesseranno.
Vediamo un po' cosa serve intanto, data una posizione ben definita dell'asse neutro, per calcolare la N risultante complessiva tra parte compressa e tesa:

1) Una configurazione deformata di “rottura” della sezione;
2) Larghezza di ogni singola striscia in cui si suddivide la parte compressa della sezione;
3) Legge costitutiva del calcestruzzo per ricavare il dN di ogni striscia;
4) Legge costitutiva dell'acciaio per le armature tese e compresse;

Circa il primo punto la Norma ci viene abbastanza incontro, semplificando il problema (che in ogni caso non era nemmeno così complesso anche prima), se per l'acciaio si utilizza la legge costitutiva “elastica-perfettamente plastica indefinita”, riportata nella figura 4.1.2-(b) del §4.1.2.1.2.3
Poiché utilizzando questo diagramma non si ha alcuna limitazione alla massima deformazione dell'acciaio, questo implica che alla massima deformazione di rottura si arriva sempre lato calcestruzzo, e per quest'ultimo si utilizzerà il classico diagramma parabola rettangolo riportato nella figura 4.1.1-(a) del § 4.1.2.1.2.2 che prevede una deformazione massima a rottura del calcestruzzo compresso pari al 3.5 per mille.
Ovvero, il vertice con la ordinata maggiore (ymax) di tutta la sezione avrà sempre una deformazione pari al 3.5 per mille. Con semplice proporzione tra triangoli si può definire la deformazione insita in ogni singola striscia della parte compressa:

def(y)=0.0035*(y-yn)/(ymax-yn)

dove y è la generica ordinata della fibra di indagine (con y>yn visto che parliamo di parti compresse), e yn la ordinata dell'asse neutro. Anche per le armature vale la stessa espressione, inserendo la ordinata y della barra, con la semplice accortezza che valori positivi di def(Y) indicano compressione nelle barre, valori negativi trazione.
Poiché abbiamo “incapsulato” tra i dati dei poligoni anche il massimo valore di sforzo di compressione (fd) procederò a definire i diagrammi costitutivi dei materiali in maniera adimensionalizzata.

Partiamo con il diagramma parabola-rettangolo del calcestruzzo.
Esso prevede una parte parabolica fino al 2 per mille (0.002) ed una parte orizzontale dal 2 per mille al 3.5 per mille (0.0035). Bene, il nostro diagramma varrà 1 da 0.002 a 0.0035 e sarà una parabola che passa per l'origine, passa per il punto 0.002,1 ed infine avrà tangente orizzontale in quest'ultimo punto.
Visto che l'equazione di una parabola è y=ax²+bx+c
Il passaggio per il punto di coordinate 0,0 implica che c=0, invece le altre due condizioni portano al sistema:

1=a*0.002²+b*0.002
0=2*a*0.002+b

Che risolto da i risultati:

a=-250000
b=1000

Allora una funzione che avendo in ingresso il valore di deformazione della singola striscia restituisca in uscita il valore alfa del diagramma parabola rettangolo che moltiplicato per fd sia proprio la tensione di lavoro desiderata, più o meno è scritta così:

Code: [Select]
float parabola_rett(float); /* Prototipo della funzione */

float parabola_rett(float def)
{
 float alfa;

 if (def>=0.002) alfa=1.0;
 else alfa=-250000*def*def+1000*def;

 return (alfa);
}

Ovviamente ho lasciato all'interno della funzione i valori di 0.002, ecc. In effetti ci si potrebbe “divertire” a rendere ancor più parametrica la funzione dando la possibilità di modificare lo 0.002, così come d'altra parte prevede la norma per cls con classe di resistenza superiore al C50/60 (e a dire il vero in questo caso anche la deformazione ultima del cls, invece del 3.5 per mille diventa altro). Ma per il momento lasciamo le cose “semplici”. In ogni caso la variazione ad un “mattone” non porta affatto a far cadere tutta la costruzione.

La analoga funzione per l'acciaio sarebbe:

Code: [Select]
float elast_plast_indef(float); /* Prototipo della funzione */

float elast_plast_indef(float def)
{
 float alfa;

 if (def>=fyd/Ea) alfa=1.0;
 else alfa=def*Ea/fyd;

 return(alfa);
}

Dove Ea ed fyd sono delle variabili globali, rispettivamente modulo elastico dell'acciaio (tipicamente 2.100.000 daN/cm²) e fyd resistenza caratteristica a trazione/compressione dell'acciaio (tipicamente 3913 daN/cm²).

Insomma se lo stato deformativo è definito, e lo è, lo sono anche le tensioni agenti sul materiale ad ogni fibra.
Diciamo allora che per la parte armatura non ci sono difficoltà di sorta a calcolare lo sforzo normale ultimo che esse generano nella sezione.
Per i poligoni invece a parte la conoscenza dello stato deformativo, serve determinare la larghezza di ogni singola striscia.
E qui bisognerà scomodare un minimo di geometria analitica, vista la geometria generica dei poligoni che si possono incontrare.
Ne parlerò nella prossima parte. Anticipo però questa figura, per far capire quali casi devo essere in grado di gestire.



Ovviamente lo “spessore” di ogni singola striscia potrà essere un parametro fisso, interno al programma, oppure una variabile che l'Utente potrà modificare a proprio giudizio.
« Last Edit: 17 July , 2011, 12:21:43 PM by zax2010 »

Offline ferrarialberto

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...
Ovvero, il vertice con la ordinata maggiore (ymax) di tutta la sezione avrà sempre una deformazione pari al 3.5 per mille. Con semplice proporzione tra triangoli si può definire la deformazione insita in ogni singola striscia della parte compressa:

def(y)=0.0035*(y-yn)/(ymax-yn)
...

Mi pare che il limite del 3.5 per mille sia valido fino all'Rck 60 MPa. Prevedi una variabile in più.

Ciao.
ing. FERRARI Alberto - www.ferrarialberto.it

Renato

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Il modello non prende in considerazione le configurazioni di equlibrio limite in cui tutta la sezione è tesa.
La deformazione limite epcu=0.0035 (che varia leggermente come dice Alberto per cls. molto resist.) va ridotta progressivamente quando la distanza tra l'asse neutro e tra la fibra più tesa della sezione (punto 6 del grafico del cls) è minore di H*epc0/epcu  in cui epc0=.002 ed H = altezza massima della sezione misurata perpendicolamente all'asse neutro.
Per tener conto di questa ultima circostanza è necessario spostare il pivot di rotazione della deformazione piana sezionale dal punto di massima altezza H (punto 2 nel grafico di Zax in cui epsilon=0.0035 )  al nuovo punto sopra indicato (in cui epsilon = 0.002).
 

Massimo.T

  • Guest
mi inserisco senza aver seguito, ma dopo aver visto un'immagine..

ritengo che per sezioni "concave" il comportamento SLU sia più delicato del comportamento SLU "normale".

Offline afazio

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mi inserisco senza aver seguito, ma dopo aver visto un'immagine..

ritengo che per sezioni "concave" il comportamento SLU sia più delicato del comportamento SLU "normale".

Spiegati meglio.
« Ogni qualvolta una teoria ti sembra essere l’unica possibile, prendilo come un segno che non hai capito né la teoria né il problema che si intendeva risolvere. »
K.P.

Massimo.T

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parto da un esempio: una sezione a "C" di ingombro 30xh40 e di sezione 10cm
non lavora come un rettangolo 30xh40.

un programma dovrebbe tenerne conto in quella fase in cui si imputa la geometria

zax2010

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Una risposta per Alberto, una domanda a Renato.

L'osservazione che fai è corretta, e ne avevo fatto cenno anche io. Per chi ci legge: ci riferiamo alle formule del §4.1.2.1.2.2 che definiscono i valori di epsc2 e epscu nel caso di calcestruzzi di classe di resistenza superiore a C50/60.
In particolare, all'aumentare della classe di resistenza il "classico" 3.5 per mille diminuisce (per esempio per un cls C60/75 esso diventa 2.88 per mille) ed invece il "classico" 2 per mille aumenta (con il solito esempio 2.29 per mille).

Ora, Alberto dice: "metti una variabile in più".

Ma questo è il tipico caso in cui aver scelto come hobby la programmazione ti fa riflettere sul fatto che certe cose è meglio farle fare ai programmatori professionisti, e che forse era meglio dedicarsi alla pesca.

Per tenere conto dei differente diagramma non basta inserire 2 variabili (epsc2 ed epscu) in più e riscrivere la piccola funzione già pubblicata (cambiano ogni volta i parametri della parte parabolica che devono essere calcolati dalla funzione stessa, e non si tratta più di numeri "fissi" ricavati a priori).
Visto che la sezione è costituita da più poligoni, e che ogni poligono può essere costituito da differenti materiali (anzi è proprio questa la motivazione della suddivisione in più poligoni per la sezione), il semplice parametro fd, che avevo inserito nella struttura dati di ogni singolo poligono non basta più. Dovrò aggiungere anche le variabili epsc2 ed epscu all'interno della struttura dati. Perchè queste variabili sono e possono essere differenti per ogni singolo poligono.
Se io avessi il programma "finito" in cui memorizzo in un file tali informazioni, l'aggiunta di queste mi farebbe modificare il formato del file dati. In una ipotetica nuova versione gestirò tali informazioni. E però con i miei utenti che hanno i file della versione precedente, che faccio? Gli dico buttate tutto in aria? Ecco quindi che dovrò predisporre apposite funzioncine che mi permettano di aprire i file dati della vecchia e della nuova funzione, ecc.
Ma non basta. Anche a livello di algoritmo di calcolo vero e proprio bisognerà "inventarsi" qualcosa di differente rispetto a quanto precedentemente proposto. Infatti la deformazione nella generica fibra non sarà più 0.0035*(y-yn)/(ymax-yn), in quanto prima si dovrà capire a che poligono appartiene il vertice dotato di ymax (perchè  se appartiene ad un poligono con classe di resistenza maggiore di C50/60 al posto di 0.0035 si dovrà inserire epscu di quel poligono, e fin qui poco male). Ma, se il vertice dotato di ymax appartiene ad un poligono "normale" bisognerà valutare anche se per caso altri vertici di poligono "robusti" (C>60/50) e con y prossimi ad ymax non abbiano deformazioni incompatibili con le formule di normativa (agendo quindi di conseguenza).
Insomma, nulla che non possa essere gestito, ma che rende complesse cose altrimenti più semplici e lineari.

La domanda a Renato.
Sono consapevole, per quanto non ne abbia fatto cenno, che con il sistema proposto io sia in grado di gestire situazioni in cui Nd sia positivo (di compressione) perchè per l'equilibrio per forza devo avere una porzione di calcestruzzo reagente, e che invece per Nd negativi (da un certo punto in poi, comunque) la procedura potrebbe "difettare". In realtà non ne ho accennato per alcuni dubbi che ho, ed approfitto della tua osservazione per meglio capire.

In pratica l'Nd con cui genero il diagramma Mx-My è limitato superiormente ed inferiormente. Per quanto riguarda il limite inferiore (Nd di trazione) questo accade quando tutta la sezione è soggetta a trazione e tutte le armature hanno superato il limite elastico. Questo Nd vale fyd*ΣAf dove tutte le aree di armatura vengono sommate e moltiplicate per la massima tensione di loro lavoro. A questo Nd potrei associare un Mx ed un My nel caso in cui il baricentro delle armature fosse differente rispetto al baricentro della sezione omogenea. In ogni caso, sarei in presenza di una "fetta di salame" che degenera in un solo punto (non necessariamente origine del sistema Mx-My).
L'assenza di una limitazione nella deformazione dell'armatura, sinceramente, mi mette un pò in crisi. Perchè questo punto del dominio io sono in grado di ottenerlo per differenti posizioni dell'asse neutro (esterno alla sezione, ma che può muoversi liberamente, almeno da quando un'ultima barra supera il limite elastico in poi).
Tu, Renato, accenni ad un valore del 0.002 di deformazione per il calcestruzzo (?) per il punto 6 della mia figura. Ecco, qui non ti seguo.
Rileggendo la norma ho riscontrato solamente la frase (§4.1.2.1.2.2) "Per sezioni o parti di sezione soggette a distribuzioni di tensione di compressione approssimativamente uniformi, si assume per la deformazione ultima a rottura il valore epsc2 anzichè epscu" (cosa di cui non ero mai accorto prima e sostanzialmente pericolosissima. Penso a sezioni scatolari a pareti sottili, sollecitate a presso flessione retta. Chi mai ha pensato a ridurre il 3.5 per mille in quel caso? E quando non sono più in presso-flessione retta? torno al 3.5 per mille? Di quanto si modifica il momento di rottura in questo caso?).
Ecco altro sulla trazione non trovo. Ma sintetizzando non saprei come muovermi. Cosa mi sai dire?

Offline afazio

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parto da un esempio: una sezione a "C" di ingombro 30xh40 e di sezione 10cm
non lavora come un rettangolo 30xh40.

un programma dovrebbe tenerne conto in quella fase in cui si imputa la geometria

Ma il programma ne tiene conto certamente non per questo si danno come input non le dimensioni 30x40 di un rettangolo ma le coordinate dei veritci della poligonale che forma la C.

ciao
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K.P.

Massimo.T

  • Guest
UHM,
come?

un'ipotesi fondamentale è la conservazione delle sezioni piane.
un'altra ipotesi è che la sezione si mantenga con le medesime proporzioni..

come giustifichi i risultati che otterrai dalla "C" proposta?

Sarebbe corretto che per tale "C" (che ricordo essere d'ingombro 30xh40 e di sezione 10) si ottenga un risultato intermedio tra il risultato della C per quel che viene dal calcolo e
la "I" 10xh40, ossia la parte sinistra della C...

Il risultato della C vera è infatti carente delle due ipotesi citate.

Massimo.T

  • Guest
Cambiamo esempio:
consideriamo una sezione a "Z" (sempre ingombro 30xh40 e sempre di sezione 10),

si intuisce meglio il comportamento irregolare?

==============

Ulteriori esempi, sezioni ad "N" o ad "H". Quì si nota come conti decisamente e moltissimo la posizione del carico: è sulla "I" di sx o su quella di dx?


....

Renato

  • Guest
La trattazione di cui si sta discutendo è valida per sezioni compatte in cui sia rispettata la conservazione delle sezioni piana. Nel caso di profili sottili aperti non è chiaramente valida.

Massimo.T

  • Guest
Perfetto, quindi concordi sul fatto che una sezione simile a quella postata da Betoniera non può essere trattata con queste formulazioni..

Renato

  • Guest
A zax.
conviene sempre fissare una deformazione ultima a trazione FINITA per l'acciaio (ad esempio 0.0675 per una barra B450C e 0.01 per una barra Feb44k.
Le configurazioni con epcu pari a 0.002 riguardano solo sezioni fortemente compresse che raramente capitano oggi a causa dei limiti introdotti dalle NTC alla azione assiale dei pilastri in zona sismica.
Per quanto riguarda le varie posizioni dell asse neutro conviene generarle in base alla rotazione della traccia del piano di deformazione intorno ai centri di rotazione , detti pivots, indicati nelle immagini seguenti tratte da una mia pubblicazione.  In pratica per le curvature positive bastano 4 punti, assetti 1/2/3/4, per individuare preventivamente i 4 valori dello sforzo  normale entro cui scegliere i pivots di cui alla prima figura postata.




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Offline afazio

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Perfetto, quindi concordi sul fatto che una sezione simile a quella postata da Betoniera non può essere trattata con queste formulazioni..

A prescindere dal fatto che occorre meglio definire quando una sezione in c.a. non puo' piu' essere considerata compatta e dal fatto che quella postata da Betoniera non mi pare una sezione a parete sottili, ti chiedo se conosci qualche trattazione della pressoflessione deviata per sezioni in c.a. a parete sottili. Ma, nel caso, penso che sarebbe oggetto di programmo apposito. Pertanto se riconosci che la procedura proposta dal volenteroso zax non è applicabile allora ti sarà sufficiente non applicarla, cambiare programma oppure cambiare sezione e mantenere il programma.

salud
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K.P.

Massimo.T

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A prescindere dal fatto che occorre meglio definire quando una sezione in c.a. non puo' piu' essere considerata compatta e dal fatto che quella postata da Betoniera non mi pare una sezione a parete sottili, ti chiedo se conosci qualche trattazione della pressoflessione deviata per sezioni in c.a. a parete sottili. Ma, nel caso, penso che sarebbe oggetto di programmo apposito. Pertanto se riconosci che la procedura proposta dal volenteroso zax non è applicabile allora ti sarà sufficiente non applicarla, cambiare programma oppure cambiare sezione e mantenere il programma.

salud

la procedura è più che buona, ma ha dei limiti cui è bene rispettare.
le parti non convesse e/o non compatte (come ci ricorda Renato) sono soggette a considerazioni ancor più fini. tutto lì.

inoltre per tali sezioni, tanto più sono non convesse e/o non compatte e tanto più tali risultati SLU saranno sopravvalutati.
una sezione poco compatta come quella di Betoniera (il cui peggior difetto è però la concavità) non può rendere al 100% di quello che il programma sputa fuori..
forse sarà anche il 99%..., ma non il 100%..

detto questo, ripeto a scanso di equivoci, il fine di questo programma è più che buono, ma sarebbe opportuno segnalarne i limiti!

 

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