Era una bella mattina di Giugno del 1956.
Riccardo si stava recando, secondo suo solito, come prima incombenza della mattina, a controllare l'idrometro del Lago Ispea.
Tutto sommato non si lamentava. Il suo era proprio un bel lavoro. Era sempre in giro con il furgonetto che gli aveva messo a disposizione l'amministrazione, ed in definitiva poteva organizzare la propria giornata come meglio gli pareva.
Faceva sempre i soliti giri, oggi a controllare la chiavarda sulla roggia principale, domani a controllare i lavori di pulitura del canale di irrigazione principale che portava l'acqua alle campagne circostanti.
Ogni giorno arriva in riva al lago, si recava sul ciglio del muro dove era installato l'idrometro, e lapis alla mano segnava il livello sul suo quadernetto. Poi, a fine giornata, arrivato in ufficio, o meglio la sua postazione, riportava nel registro ufficiale la misura rilevata.
E ne aveva riempiti di registri da quando suo padre, un agnello a Pasqua, un cappone a Natale, era riuscito a convincere il sindaco di allora a raccomandarlo proprio per quella mansione.
Quella mattina la corriera da Portera era arrivata leggermente in ritardo, ed i pochi passeggeri probabilmente avrebbero perso la coincidenza con il treno locale che forse era già passato. Riccardo non era stato bloccato dal passaggio a livello, ma ricordava distintamente di aver sentito il campanello annunciare la calata delle sbarre subito dopo esservi passato. Probabilmente era già passato lasciando a terra, un giorno di vacanza forzata, i lavoratori che giornalmente portapranzo alla mano, si recavano a Carsoria per lavoro.
Rallentò alla vista di una giovane ragazza. Gonna bianca con cintura scura stretta alla vita, capelli castani, lunghi. Così a guardarla non era male.
Ci riflettè un secondo, uno solo. Frenò.
Si sporse dal finestrino: "Signorina, ha perso il treno. Se vuole le dò io un passaggio.....vado giusto in città".
Fu una giornata meravigliosa. In effetti l'inizio della relazione con quella che sarebbe divenuta sua moglie.
La sera, tornato al suo posto di lavoro, vide il registro del pluviometro sul tavolino. E si ricordò. Ed ora? Cosa metto per il livello? Poteva passarci al ritorno dalla città, ma tra un pensiero ed un altro si era proprio dimenticato, ed adesso era troppo stanco per andarci.
Si decise: "Va bene, scrivo che il livello era 157 cm". Era forse la prima volta?