Ingegneria Forum

Ho una trave di bordo in c.a. di un piano fuori terra, con muratura di tamponamento sia superiormente che inferiormente e con cappotto esterno, la parte interna è un ambiente riscaldato.
La zona è costiera.
La faccia esterna della trave dovrebbe essere caratterizzata da una classe di esposizione XC3+XS1; prevale quindi la XS1.
L'estradosso e l'intradosso della trave li classifichereste come la parte esterna (XC3+XS1) oppure considerereste predominanti le caratteristiche interne dell'edificio?
 

Grazie Reversi.
Il problema è proprio la differenziazione del copriferro.
Per questioni non strutturali avrei la necessità di impiegare delle travi a spessore e diciamo che anche quel poco di copriferro che riuscissi a risparmiare all'intradosso e all'estradosso mi aiuterebbe.
Il mio dubbio è che l'areosol marino (umidità+cloruro) non si limiti solo ad interessare la superficie esterna, ma che possa attraversare l'intonaco, il cappotto ed infine i mattoni componenti la muratura e da qui venire in contatto con la parte più esterna dell'intradosso e dell'estradosso della trave. Non credo che le parti interne delle strutture (solaio, pilastri e travi interne) possano essere aggredite dal cloruro, come del resto riportato negli esempi del progetto Concrete. Tuttavia sia la UNI EN 206 che la UNI 11104 nella descrizione dell'ambiente riportano "esposto alla salsedine marina ..." e negli esempi parlano di "strutture prossime o sulla costa" e non di "parti" come in altri punti, il che mi fa un po' dubitare sul fatto che debba essere considerata tutta la struttura nella sua interezza esposta alla classe XS1 (se fosse così sarebbe secondo me esagerato).

in definitiva, determinato un copriferro, cercherei di mantenerlo per tutto il perimetro della sezione.

Se ho capito bene determinato il copriferro relativo alla classe di esposizione peggiore (in questo caso XS1) suggerisci di applicarlo su tutte le superfici della trave di bordo (sia intradosso che estradosso). E' corretto?

io ti inviterei a tener presente il fatto che, quando fa caldo, normalmente si tengono le finestre aperte, e seppure possiamo pensare che l'ambiente maggiormente aggressivo si abbia in inverno (combinazione di vento ed umidità ricca di sali) contro cui le parti strutturali esterne possono essere protette, come rispondono le parti interne (meno protette) all'aggressione estiva (sicuramente minore)?

Ritieni quindi sia necessario estendere il copriferro relativo alla classe XS1 anche alle strutture interne che non confinano con l'esterno?
Nella documentazione del Progetto Concrete ho trovato un esempio simile dove internamente considerava un copriferro inferiore rispetto all'esterno.

in alternativa, per poterlo diminuire, sulla superficie al rustico del calcestruzzo, prima dell'intonaco, penserei di applicare uno di quei prodotti protettivi impregnanti (di consistenza liquida ed applicazione a pennello o rullo) che chiudono le porosità mediante un processo di vetrificazione.

Mi ero interessato a questa possibilità ma l'avevo accantonata, in quanto il calcestruzzo una volta trattato risulta impermeabile all'acqua ma continua ad essere permeabile al vapore acqueo (sia interno che esterno (nebbia salina)). Del resto per un ambiente salubre credo sia meglio che le strutture "respirino" senza quindi alterare la permeabilità al vapore ... a meno che non vi siano soluzioni compensative che però non conosco.
Ancora grazie.