Author Topic: Cronaca di un ingegnere indignato  (Read 2734 times)

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Offline Gilean

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Cronaca di un ingegnere indignato
« on: 13 November , 2011, 16:36:02 PM »
09/11/2011 - Dopo averla pubblicata su Facebook e aver letto i commenti di molti fan, desideriamo proporre una nota pubblicata da un nostro lettore che si firma "Ingegnere Indignato" e che rappresenta in pieno la situazione del professionista italiano.
Quote
"Lavoravo a temp. ind. per un grosso studio con filiali estere (930 Euro netti!) : si è cominciato a costringere i dipendenti a diventare P.Iva. Per paura e bisogno hanno "accettato" tutti. Quando si è arrivati a me (ormai noto accanito oppositore di questa politica), eravamo già sotto i 15 dipendenti. Mi è arrivata direttamente la lettera di licenziamento. Fare causa? Qui in Italia? Spese sicure, tempi incerti e legislazione contraria. Ma lo studio ora ha decine e decine di professionisti schiavi (senza ferie, malattie, orari, diritti, eternamente precari e ricattabili e sottopagati) che in questo paese si chiamano consulenti.Aperta la P.iva, dopo essermi nauseato per le schifezze della P.A. (non ho "amici" e non tollero le viscide richieste di mazzette da parte di "intermediari" delle municipalizzate) ma anche di molti privati vogliono solo un copia-incolla a basso costo per un F.V. giusto per avere l'incentivo, ho lavorato in uno dei mille subappalti per il Ponte. Dal general contractor fin giù al cantiere il fiume di soldi si perde in mille rivoli. Chi è sul campo vede solo le gocce. Anche qui, o ti adegui allo sfruttamento o ce ne sono altri mille pronti al posto tuo. Cerco di far rispettare le specifiche e le norme di sicurezza, insomma di essere professionale e corretto, mi si accusa di rallentare la produttività. Non si vogliono spendere soldi per il minimo di attrezzature adeguate e d.p.i.; si deve andare al risparmio spinto ma bisogna rispettare il crono-programma perché Eurolink, Stretto di M. e Parsons stanno col fiato sul collo. Mi adeguo : devo chiudere più di un occhio su molte cose, troppe cose e che :censored: ci protegga. POS e PSC & C. servono solo per i controlli istituzionali, a portata di mano come pezzi di carta di appoggio. Gli operai non aspettavano altro. Libertinaggio quasi totale con la scusa della produttività, peraltro quasi mai raggiunta vista l'inadeguatezza tecnologica dei mezzi (e dei lavoratori). La qualità dei risultati ve la lascio immaginare, ma bisogna riempire le tabelle dei report comunque con numeri plausibili o partono penali. Dalla qualità di questo "prodotto" dipendono le scelte future dell'opera (!). Quando arrivano i controlli sul campo e giustamente vengono rilevate varie irregolarità, secondo voi a chi danno la colpa? E chi è che fa queste magre figure di m..... in mezzo alla strada dopo tanti anni di studi e sacrifici? Lo scarica barile arriva su di me, responsabile ma senza poteri, capro espiatorio se le cose vanno male. Io, che non posso neanche obbligare a mettere il casco perché tanto gli operai ascoltano solo le "minacce" di chi li paga. Io posso essere sostituito in qualunque momento, mentre gli operai sono specializzati ed hanno il coltello dalla parte del manico. La loro busta paga arriva regolare ogni mese e vengo pure preso in giro perché ancora dopo mesi non ho visto una lira. "Ingegnere" è diventato uno scherno, anche in pubblico. Dopo aver assistito ad un gravissimo incidente fortunatamente senza gravi conseguenze, la misura è colma. Al diavolo il curriculum, l'esperienza, ecc., voglio rimanere vivo e magari non menomato o ridotto ad un vegetale. Assicurazione? Argomento tabù, non si sa a carico di chi, sono un "consulente". La legge stabilisce come stanno le cose, ma anche volendo io tutelarmi indipendentemente, come faccio se non mi pagano da mesi? E poi a che se serve, quale assicurazione ti paga se non lavori in sicurezza? Com'è finita: mai preso un euro dopo mesi e mesi di lavoro, spese per fare causa, tempo perso fra avvocati e commercialista, tasse&contributi da pagare comunque su un reddito dichiarato ma non percepito, benzina e pranzi che ho pagato io, Inarcassa, Equitalia, un anno di età in più sul C.V., nervosismo, depressione, rabbia e disperazione. Per il semplice fatto di aver aperto la P.Iva e cercato lavoro, mi trovo sommerso di debiti e il fegato trasudante di bile. Quindi, per non impazzire, mi sono tirato fuori ; rientro in tutte le statistiche che leggete sui giornali: nel 29% di disocc. giovanile al Sud, nei milioni che non studiano e non lavorano, in quelli che dopo i trenta vivono ancora con i genitori, in quelli che non si sposano, che non fanno figli, che non vanno in vacanza, che chiedono un mutuo e non glielo danno. Come provi a muoverti, ti arrivano solo tasse, spese, bollettini, adempimenti, certificati. E' sbagliato, lo so. Non si può ragionare così, lo so. Ma da ingegnere ci si deve porre sempre nelle peggiori condizioni per progettare, forse anche la propria vita. In questo momento ed in questo paese, le condizioni sono queste : se vuoi essere onesto, corretto, scrupoloso, responsabile, ligio ai doveri ed alla propria coscienza, non puoi fare questo lavoro da libero professionista. Oppure fai il nero, usi programmi pirata, copia-incolla di progetti e D.V.R., prezzi da fame, giochi con la sicurezza delle persone e delle cose e calpesti la tua dignità ogni giorno. Non c'è indennità di disoccupazione, non c'è malattia, maternità, cure parentali, non c'è nessuna tutela dei crediti e dei diritti. Solo doveri, infinite responsabilità, adempimenti e certificazioni e obblighi. E pagare, pagare sempre. Pagare per formarti, per iscriverti, per cancellarti, per sospendere, per riprendere, per certificare, per assicurare il lavoro, la vita, il reddito. Su un anno, fino a giugno inoltrato lavori per lo stato. Oltre la metà del tempo. E con il resto ci dovresti vivere senza la sicurezza di una tariffa professionale? Con lo stato che ti paga quando vuole lui, dopo averti chiesto il ribasso, e che quando vuole i soldi ti da scadenze strettissime e che non gli frega niente se ti hanno pagato o meno? Io non ci sto. Aspetto a mie spese che passi la nottata. Almeno ci guadagno in salute. L'europa ci dissanguerà, con gli interessi dello spread già ci siamo mangiati le recenti manovre. Le equazioni di stato di universitaria memoria pare che non funzionino in questo sistema economico. Pur essendo il pianeta Terra un sistema chiuso ci continuano a dire che dobbiamo crescere all'infinito. Siamo in pieno asintoto secondo me. Dobbiamo lavorare sempre e sempre di più per ottenere un piccolo, sempre più piccolo risultato. Chiudo qui. Scusate lo sfogo, mi sono dilungato ed ho divagato. Il fatto è che sono inferocito. Probabilmente parlano per me le emozioni di cui sono preda mentre vedo le terribili immagini dell'alluvione in Liguria. E mentre penso che ancora nel 2011 in Italia per la pioggia c'è troppa, troppa gente che muore, mi martellano nella testa le parole di quei ministri che continuano a dire fermi come muli che opere come il ponte o peggio la Tav, siano di "interesse strategico nazionale". Delle frane e delle alluvioni ormai ricorrenti, dell'erosione delle coste, del dissesto idrogeologico, delle criticità sismiche e dei morti continua, strategicamente e nazionalmente, a non interessare niente a nessuno di loro."



Fonte:
http://www.lavoripubblici.it/news/2011/11/professione/Cronaca-di-un-Ingegnere-Indignato_8987.html
Il calcolo è come la pelle delle @@, lo tiri dove vuoi tu.
Esempio di programmazione a Loop:
L'enunciato che segue è falso
L'enunciato precedente è vero.

Nonostante la consapevolezza dei rischi che si corrono dopo aver visto le prestazioni da 3° dan

 

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