Author Topic: Analisi strutturale C.A. non lineare  (Read 5903 times)

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Analisi strutturale C.A. non lineare
« on: 24 June , 2014, 02:03:44 AM »
Ciao,

Al punto (4)P della UNI EN 1991-1-1:2005, si legge:

Quando si utilizza l’analisi non lineare si devono utilizzare caratteristiche dei materiali che rappresentino la rigidezza in modo realistico, che tengano conto delle incertezze di collasso. Si devono utilizzare solo procedimenti di calcolo che siano validi nei campi di applicazione in oggetto”.

Dunque, a proposito di calcolo delle rigidezze (flessionali e assiali) in “modo realistico”, la mia domanda è questa:

L’analisi strutturale non lineare come deve farsi? Considerando i diagrammi momento-curvatura-N in riferimento alle resistenze caratteristiche dei materiali acciaio calcestruzzo o in riferimento alle corrispondenti resistenze di progetto?

Personalmente, propendo per il tracciamento dei diagrammi momento-curvatura-N in funzione delle resistenze caratteristiche dei materiali, in modo da ottenere le effettive deformabilità e quindi le corrispondenti distribuzioni delle sollecitazioni nella struttura allo stato ultimo. Utilizzando invece - soprattutto per il calcestruzzo - il diagramma Sigma-Epsilon in funzione della resistenza di progetto a compressione fcd sopravaluterei i valori delle rigidezze.

Devo ammettere, però, che il dubbio in me è molto forte. Sarei quindi estremamente grato a coloro i quali gentilmente volessero larciare un parere in merito. Forse, credo mi sfugga qualcosa.

Grazie.

 :) Fla-flo  :)
« Last Edit: 24 June , 2014, 02:20:49 AM by Fla-flo »
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Offline reversi

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Re:Analisi strutturale C.A. non lineare
« Reply #1 on: 24 June , 2014, 10:39:47 AM »
c'è un'altra opzione, che non hai considerato: valori medi.

Offline Renato T.

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Re:Analisi strutturale C.A. non lineare
« Reply #2 on: 24 June , 2014, 11:20:05 AM »
5.8.6 Metodo generale EC2
(1)P Il metodo generale è basato sull’analisi non lineare, comprendente la non linearità
geometrica e cioè gli effetti del secondo ordine. Si applicano le regole per l’analisi
non lineare date nel punto 5.7.
(2)P Devono essere utilizzate curve tensioni-deformazioni per calcestruzzo e acciaio
idonee per l’analisi globale. L’effetto della viscosità deve essere tenuto in conto.
(3) Possono essere utilizzate le relazioni tensioni-deformazioni per calcestruzzo e
acciaio date nel punto 3.1.5, l’espressione (3.14) e il punto 3.2.3 (figura 3.8). Con
diagrammi tensioni-deformazioni basati sui valori di progetto, si ottiene direttamente
dall’analisi il valore di progetto del carico ultimo. Quindi nell’espressione (3.14) e nel
valore di k si sostituisce fcm con la resistenza a compressione di progetto fcd e si
sostituisce Ecm con:
Ecd = Ecm / gE (5.20)                                   'gE =gammaE
Nota Il valore di gE da adottare in uno Stato può essere reperito nella sua appendice nazionale. Il valore
raccomandato è 1,2.
(4) In assenza di modelli più raffinati, la viscosità può essere tenuta in conto moltiplicando
tutti i valori della deformazione nel diagramma tensioni-deformazioni secondo
il punto 5.8.6 (3) per un fattore (1 + ef), dove ef è il coefficiente efficace di viscosità
secondo il punto 5.8.4.
(5) L’effetto favorevole del "tension stiffening" può essere tenuto in conto.
Nota Questo effetto è favorevole e per semplicità può essere sempre trascurato.
(6) Generalmente le condizioni di equilibrio e congruenza delle deformazioni vengono
soddisfatte in un certo numero di sezioni trasversali. Un’alternativa semplificata
consiste nel considerare soltanto la sezione critica o le sezioni critiche, assumendo
una variazione appropriata della curvatura tra di esse, per esempio simile a quella
del momento del primo ordine o comunque semplificata in modo adeguato.

Offline Fla-flo

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Re:Analisi strutturale C.A. non lineare
« Reply #3 on: 24 June , 2014, 17:11:30 PM »
c'è un'altra opzione, che non hai considerato: valori medi.

Si, hai ragione. Mi dimentico sempre di quel paragrafo.

5.8.6 Metodo generale EC2
(1)P Il metodo generale è basato sull’analisi non lineare, comprendente la non linearità
geometrica e cioè gli effetti del secondo ordine. Si applicano le regole per l’analisi
non lineare date nel punto 5.7.
(2)P Devono essere utilizzate curve tensioni-deformazioni per calcestruzzo e acciaio
idonee per l’analisi globale. L’effetto della viscosità deve essere tenuto in conto.
(3) Possono essere utilizzate le relazioni tensioni-deformazioni per calcestruzzo e
acciaio date nel punto 3.1.5, l’espressione (3.14) e il punto 3.2.3 (figura 3.8). Con
diagrammi tensioni-deformazioni basati sui valori di progetto, si ottiene direttamente
dall’analisi il valore di progetto del carico ultimo. Quindi nell’espressione (3.14) e nel
valore di k si sostituisce fcm con la resistenza a compressione di progetto fcd e si
sostituisce Ecm con:
Ecd = Ecm /gE (5.20)                                   'gE =gammaE
Nota Il valore di gE da adottare in uno Stato può essere reperito nella sua appendice nazionale. Il valore
raccomandato è 1,2.
(4) In assenza di modelli più raffinati, la viscosità può essere tenuta in conto moltiplicando
tutti i valori della deformazione nel diagramma tensioni-deformazioni secondo
il punto 5.8.6 (3) per un fattore (1 + ef), dove ef è il coefficiente efficace di viscosità
secondo il punto 5.8.4.
(5) L’effetto favorevole del "tension stiffening" può essere tenuto in conto.
Nota Questo effetto è favorevole e per semplicità può essere sempre trascurato.
(6) Generalmente le condizioni di equilibrio e congruenza delle deformazioni vengono
soddisfatte in un certo numero di sezioni trasversali. Un’alternativa semplificata
consiste nel considerare soltanto la sezione critica o le sezioni critiche, assumendo
una variazione appropriata della curvatura tra di esse, per esempio simile a quella
del momento del primo ordine o comunque semplificata in modo adeguato.

Grazie, darò meglio un'occhiata.

Grazie.
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Offline g.iaria

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Re:Analisi strutturale C.A. non lineare
« Reply #4 on: 24 June , 2014, 20:35:32 PM »
L’analisi strutturale non lineare come deve farsi? Considerando i diagrammi momento-curvatura-N in riferimento alle resistenze caratteristiche dei materiali acciaio calcestruzzo o in riferimento alle corrispondenti resistenze di progetto?
C8.7.2.4 Metodi di analisi e criteri di verifica
Tabella C8.4 – Valori delle proprietà dei materiali e criteri di analisi e di verifica della sicurezza
La domanda, sia in termini di resistenza che di deformazione, va calcolata implementando il modello non lineare con i valori medi delle resistenze dei materiali.

Attenzione perchè il metodo generale di cui al § 5.8.6 di EC2 è specificatamente mirato alle analisi non lineari NON sismiche.

Un bravo scienziato è una persona con delle idee originali.
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Offline Fla-flo

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Re:Analisi strutturale C.A. non lineare
« Reply #5 on: 24 June , 2014, 23:45:17 PM »
@g.iaria.

Perfetto. Sei stato chiarissimo.

Grazie.

PS. avevo altre argomentazioni in merito, ma purtroppo temo di non poter andare oltre per motivi di tempo.
« Last Edit: 24 June , 2014, 23:51:14 PM by Fla-flo »
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Re:Analisi strutturale C.A. non lineare
« Reply #6 on: 25 June , 2014, 20:46:41 PM »
Ciao,

considerato che ho aperto questo Topic, mi sembra giusto postare i motivi che mi hanno spinto a chiedere presso di voi un confronto. Ci tengo a premettere che sarei molto interessato - oltre che felice se il tempo lo permettesse – a eventuali osservazioni anche (e forse soprattutto) critiche nei confronti di alcuni punti della norma.
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Specifico: in questo Topic non sono interessato all’argomento “Pushover” (le cui indicazioni su come procedere, come analisi non lineare statica, sono per fortuna chiare) e alla relativa stima della "domanda" e "capacità" degli elementi strutturali ma all’argomento: “Metodo di analisi strutturale tramite analisi non lineare”, in termini di puro calcolo delle sollecitazioni N, M, V, T (SLE o SLU) sulle varie sezioni del telaio (NTC2008 - 4.1.1.3).
Mi riferisco, in particolar modo, all'ultimo dei seguenti metodi di analisi dei telai previsti dalla UNI EN 1992-1-1:2005, (li ricordo): analisi lineare elastica, analisi lineare elastica con ridistribuzione limitata, analisi plastica (metodo statico e metodo cinematico), analisi non lineare. Ritengo, in particolare, che quanto riportato al par. 5.8.6 della UNI EN 1992-1-1:2005 (e soprattutto al punto (3)) sia poco chiaro.

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Preciso che parte delle mie perplessità su quanto è riportato nella UNI EN 1992-1-1:2005 in merito all’argomento nascono anche dalla lettura delle seguenti pubblicazioni di Antonio Migliacci e Franco Mola; (Masson):

[1]  “Progetto agli stati limite delle strutture in c.a. – Parte Prima” – (Cap. I “Metodi di misura della sicurezza")
[2]  “Progetto agli stati limite delle strutture in c.a. – Parte Seconda” (Cap. 7 “Stato limite ultimo della struttura, calcolo delle sollecitazioni”).

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Quanto riportato di seguito non fa riferimento all'argomento "analisi Pushover”. I riferimenti a paragrafi sono da intendersi riferiti alla seguente norma tecnica [3]: UNI EN 1992-1-1:2005.
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In particolare, al punto 3.1.5(2) si permette anche l’applicazione di altre relazioni idealizzate tra tensioni-deformazioni, oltre a quella (3.14) per cls. A questo punto – personalmente – concordo con [2] nell’utilizzare diagrammi sforzi-deformazioni che facciano riferimento ai valori caratteristici delle resistenze; se non altro per il fatto che, almeno per SLE e SLU, fck contiene in sé un significato statistico più completo rispetto al solo valore medio fcm (ribadisco “personalmente”). Questo è un primo aspetto analizzato dal punto di vista statistico della sicurezza in [1]. In [2] si specifica inoltre che un’analisi strutturale non lineare (per calcolare N, M, V e T) è opportuno che venga condotta considerando diagrammi Sigma-Epsilon costruiti basandosi sulle tensioni caratteristiche delle resistenze e non sulle tensioni di progetto. Tale assunzione è consigliata anche dalle: Bollettino Ufficiale CNR, pt. IV, n. 58, 1978; CEB, Bulletin d’Information n. 117-F, 1976; CEB, Code Modele pour les structures en Beton, Bulletin n. 124, 1978, CNR – Istruzioni per la progettazione e l’esecuzione delle opera in cemento armato e cemento armato precompresso con metodo semiprobabilistico agli stati limite – approvate nel luglio 1980.

Ora, il mio dubbio viene dall’osservazione che – come indicato nel punto 5.7(4)P – nell’analisi non lineare si devono utilizzare caratteristiche dei materiali che rappresentino la rigidezza in modo realistico. Ebbene, almeno in linea di principio, utilizzando diagrammi di momento-curvatura (o diagrammi Sigma-Epsilon) in funzione delle resistenze di progetto fcd (come sembra, una delle alternative indicate in 5.8.6(3)), si tenderebbe per il calcestruzzo compresso a sopravalutarne la deformabilità (mi riferisco, in particolare, al diverso valore del modulo elastico tangente all’origine tra i due digrammi relativi a fcm o fcd). Il primo “passo” iterativo utilizza proprio il modulo elastico tangente.

Al punto 5.8.6(3) si informa che possono essere utilizzate relazioni tensioni-deformazioni per calcestruzzo e acciaio, in termini medi per cls a compressione e - sembra, ma non mi risulta che sia specificato a chiare lettere - in termini di valori caratteristici per gli acciai. Fino a qui sono pienamente convinto perché in tal caso la rigidezza è rappresentata nella maniera più realistica possibile. Come specificato in [2], i carichi applicati alla struttura sono quelli di progetto, applicati in maniera monotona crescente (approssimazione). A patto di conteggiare (a rigore) per i conci interessati dalle rotazioni plastiche i relativi valori delle rotazioni (che, però, la sperimentazione ha evidenziato valori in alcuni casi alquanto dispersi e maggiori rispetto a quelli calcolabili teoricamente mediante integrazione delle curvature…)

Al punto 5.8.6(3), affermando che i digrammi tensioni-deformazioni possono basarsi anche sui valori di progetto, ottenendo dall’analisi direttamente il valore di progetto del carico ultimo, si propone di “scalare” la relazione (3.14) dal valore medio fcm e secante Ecm ai relativi valori di progetto fcd e Ecd rispettivamente. In sostanza, si avvicina ai noti diagrammi Sigma-Epsilon costruiti facendo riferimento alle resistenze di progetto dei materiali. Questa posizione, però, (correggetemi se sbaglio) considera “a priori” la struttura sollecitata più deformabile, a prescindere dall’effettiva disposizione delle cerniere plastiche. Sembrerebbe (non sono sicuro se ho capito correttamente) poi che la “chiusura” delle equazioni della congruenza(punto 5.8.6(6)) debba poi delegarsi al calcolo (semplificato ?) di una variazione appropriata della curvatura tra” le sezioni critiche.
A rigore, a complicare le cose in un’analisi non lineare, mi risulta ([1] e [2]) che sarebbe necessario gradualizzare anche i coefficienti parziali di sicurezza sui carichi (in virtù di legami azioni-effetti prodotti sia lineari sia non lineari al procedere delle deformazioni). Cosa che praticamente però non si può fare nella stragrande maggioranza dei casi pratici (almeno per strutture civili), adottando gioco forza incrementi lineari per i coefficienti parziali di sicurezza delle azioni.

A questo punto, il mio dubbio:
non riesco a trovare un punto nella norma [3] che mi permetta di conciliare in qualche modo chiaramente quanto concluso nella [2].

Dalla [2] riporto un sunto dei concetti esposti: “considerate le incertezze, in un’analisi strutturale delle sollecitazioni agenti su un telaio condotta con analisi non lineare (geometrica e per materiali) vanno calcolate per ogni concio i diagrammi tensioni-deformazioni in termini di resistenze caratteristiche (sicuramente più aderenti alla realtà in termini di deformazioni globali) e dedotte automaticamente le rigidità flessionali e assiali dei conci della struttura in funzione dello stato di sollecitazione ad ogni passo iterativo, trascurando per semplicità le capacità rotazionali (teoriche) localizzate sulle cerniere plastiche che – anche se si è in grado di integrare le curvature con il migliore algoritmo – risultano generalmente alquanto inferiori a quelle valutate per via sperimentale.”

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In particolare, non sono riuscito a trovare alcun punto (nella [3]) dove si possa capire in qualche modo quale è la differenza nell’utilizzare diagrammi tensioni-deformazioni basati su valori di progetto rispetto a quella di utilizzare valori al punto 3.1.5 e al punto 3.2.3.

Stando a quanto riportato nel punto 5.8.6(3), infatti, se utilizzando i valori di progetto si ottiene dall’analisi direttamente il valore di progetto del carico ultimo, allora utilizzando le relazioni (3.14) e il punto 3.2.3 quale carico otterrei dall’analisi?
Io non riesco a rispondere senza qualche dubbio. Stando a quanto è scritto nel punto 5.8.6(3) mi viene da rispondere: forse carico "medio" (Am), al limite, forse, carico "caratteristico" Ak?.

C'è qualcosa che mi lascia un po' perplesso: in base ai documenti [1] e [2], l'analisi strutturale non lineare viene condotta utilizzando le azioni di progetto Gammai*Ak,i sul telaio e utilizzando per ogni concio di trave/pilastro diagrami momenti-curvatura costruiti con relazioni Sigma-Epsilon che fanno riferimento alle resistenze caratteristiche dei materiali (fck e fyk) e non alle resistenze di progetto.

Potendo utilizzare l'analisi non lineare anche per dedurre le sollecitazioni SLE sul telaio - seguendo il filo logico in [1] e [2] - sarei tentato a pensare che sia sufficiente caricare il telaio con le sole azioni caratteristiche Ak, lasciando intatte le relazioni momenti-curvature di ogni concio di telaio, in termini sempre di resisitenze caratteristiche in modo da non sopravalutare la rigidezza complessiva sia flessionale che assiale.
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Se posso sbilanciarmi, personalmente, trovo poco chiaro e non suscettibile di un’interpretazione veramente univoca quanto riportato dalla norma [3] in merito.

Grazie dell’attenzione.
« Last Edit: 25 June , 2014, 23:22:26 PM by Fla-flo »
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Offline Renato T.

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Re:Analisi strutturale C.A. non lineare
« Reply #7 on: 26 June , 2014, 12:44:40 PM »
Io ho un problema  a monte di tutto quanto è stato esposto:
visto che qui escludiamo il calcolo non lineare di tipo sismico quale è il fine dell'analisi non lineare?
Se il fine è la determinazione di un moltiplicatore dei carichi accidentali per cui si ha il collasso elasto-plastico allora la norma mi dovrebbe indicare il moltiplicatore limite con cui confrontare il moltiplicatore di collasso calcolato nell'analisi.
A me sembra che tale moltiplicatore non sia indicato!!!! e quindi una tale analisi avrebbe solo senso a livello di studio preventivo del comportamento strutturale (NON BUONA per  Genio Civile).
Se invece voglio fare un'analisi non lineare per verificare sollecitazioni e spostamenti delle singole combinazioni di carico assegnate allora effettuo l'analisi (con leggi tensioni-def. medie) e quindi interrompo l'analisi quando lo sforzo generico supera per la prima volta in una sezione il corrispondente sforzo resistente (calcolato con i valori di progetto). Cioè è inutile spingere l'analisi non lineare in campo plastico se poi le sollecitazioni (o gli spostamenti predefiniti max) non sono verificate. 


Offline Fla-flo

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Re:Analisi strutturale C.A. non lineare
« Reply #8 on: 26 June , 2014, 13:16:27 PM »
Grazie Renato T., ora credo che ci siano elementi per capirci qualcosa.

Io ho un problema  a monte di tutto quanto è stato esposto:
visto che qui escludiamo il calcolo non lineare di tipo sismico quale è il fine dell'analisi non lineare?

Analisi delle sollecitazioni mediante analisi non lineare (riferimento: NTC2008 - 4.1.1.3). Ad esempio, assetti di carico in condizioni di cedimenti vincolari o gradienti termici su parti di struttura che presentano tratti con forte microfessurazione diffusa.

Se il fine è la determinazione di un moltiplicatore dei carichi accidentali per cui si ha il collasso elasto-plastico allora la norma mi dovrebbe indicare il moltiplicatore limite con cui confrontare il moltiplicatore di collasso calcolato nell'analisi.

Non è questo il fine, credo.

Se invece voglio fare un'analisi non lineare per verificare sollecitazioni e spostamenti delle singole combinazioni di carico assegnate allora effettuo l'analisi (con leggi tensioni-def. medie) e quindi interrompo l'analisi quando lo sforzo generico supera per la prima volta in una sezione il corrispondente sforzo resistente (calcolato con i valori di progetto). Cioè è inutile spingere l'analisi non lineare in campo plastico se poi le sollecitazioni (o gli spostamenti predefiniti max) non sono verificate. 

Quando parli di analisi in campo plastico alludi all'analisi plastica ([3] - p.to 5.6)?
Presumo di no. Cerco quindi di rispondere alla tua domanda sperando di aver interpretato correttamente: il nocciolo del discorso credo sia concentrato sulla non linearità subito dopo il superamento del momento critico (MCR) fino al raggiungimento della soglia di snervamento degli acciai tesi (calcestruzzo teso non reagente e rotazioni non elastiche dovute alla fessurazione). Presumo, infatti, che per stati SLE o SLU questo assetto potrebbe essere molto verosimile. Quindi un'analisi non lineare delle sollecitazioni in condizioni SLE, SLU, come anticipato. Praticamente, potrei essere interessato a cedimenti vincolari o azioni di natura termica, ecc. Per adesso sto prescindendo dal discorso sismico.

...allora effettuo l'analisi (con leggi tensioni-def. medie) e quindi interrompo l'analisi...
Sicuramente condivisibile...credo però che non sia una scelta necessaria (mi riferisco al p.to 5.7(4)P e al p.to 5.8.6(2)P di [3]). Come detto, sto escludendo analisi di tipo "Pushover" su cui mi trovi pienamente d'accordo nel considerare resistenze medie e di interrompere l'analisi...
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Il mio dubbio è su come interpretare la possibilità di utilizzare (UNI EN 1992-1-1:2005, p.to5.8.6(3)) diagrammi momento-curvatura utilizzando diagrammi Sigma-Epsilon costruiti facendo riferimento alle resistenze di progetto, come detto. Sarei grato a chi riuscisse a farmi capire come interpretare correttamente il suddetto punto.

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In ogni caso, aprofitto per lasciare alcuni passi presi testualmente dal documento [2], sicuramente molto più chiari di quello che potrei qui scrivere, che a me interessa ulteriormente sapere su questo aspetto dell'analisi:

"Le sollecitazioni prodotte dalle azioni usuali o conseguenti anche a qualche situazione meno usuale (ad esempio, i valori caratteristici delle azioni eventualmente anche con qualche punta di maggiore entità) danno certamente luogo a fenomeni non lineari, almeno a causa della fessurazione, cui conseguono ridistribuzioni delle sollecitazioni che la natura per le sue caratteristiche proprie sarebbe orientata a svolgere generalmente in maniera favorevole."

"L’effetto delle non linearità (fessurazioni e plasticizzazioni) sulla risposta della struttura si manifesta in maniera diversa a secondo che si tratti di azioni applicate di natura statica (forze) oppure geometrica (deformazioni impresse). Brevemente si può dire che tali non linearità nel primo caso (forze) danno luogo a distribuzioni di sollecitazioni generalmente diverse da quelle lineari elastiche, ma invariate come entità globale, nel secondo caso invece (deformazioni impresse) viene proprio ad essere ridotta l’entità delle sollecitazioni prodotte. Questa circostanza viene anche espressa dicendo brevemente che al crescere del livello delle azioni applicate di natura geometrica le sollecitazioni sulla struttura si attenuano sempre di più allorché si presentano e si estendono le non linearità meccaniche."
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Grazie dell'attenzione.

« Last Edit: 26 June , 2014, 13:47:35 PM by Fla-flo »
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Offline Renato T.

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Re:Analisi strutturale C.A. non lineare
« Reply #9 on: 26 June , 2014, 13:51:51 PM »
Se faccio un'analisi non lineare con i diagrammi mom.-curvature basati sui valori medi dei materiali ed il mio scopo è quello di non superare le resistenze di progetto delle sezioni (e gli spost. limiti preimpostati):
all'atto dello snervamento della prima sezione della struttura posso tranquillamente interrompere l'analisi in quanto in quella sezione il momento di snervamento (calcolato in base ai valori medi dei materiali) è sicuramente superiore al momento ultimo della stessa sezione valutato sulla base dei valori di progetto dei materiali.
Quindi in questo tipo di analisi non lineare è inessenziale il problema della valutazione del comportamento strutturale al di la' dello snervamento dell'acciaio (eliminato quindi anche il problema della valutazione delle rotazioni plastiche differenti rispetto alle curvature in quanto al primo manifestarsi della prima cerniera plastica interrompo l'analisi).
Quanto detto è ancora più valido in presenza di grandi snellezze e quindi importanti effetti del 2 ordine in cui si può essere al collasso ben prima dello snervamento dell'acciaio.
La mia rudimentale regola (non codificata da nessuna normativa) è quindi:  alla prima sezione che si snerva fermo tutto; quello che succede dopo è filosofia.
     

Offline Fla-flo

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Re:Analisi strutturale C.A. non lineare
« Reply #10 on: 26 June , 2014, 14:08:27 PM »
Grazie Renato T.

quello che hai scritto lo trovo condivisibilissimo e giustissimo. La "tua ridimentale regola" è verissima perché anche a buon senso. Parlando con alcuni Colleghi, molti sono coloro che hanno avanzato seri dubbi sul fatto di procedere oltre in analisi non lineari dopo il collasso di un elemento strutturale in una struttura. Capisco quindi l'esigenza pratica con cui di fatto devono essere condotte certe analisi. Personalmente, cercavo di capire il meglio possibile questo lato dell'analisi solo per "convincermi" ulteriormente della bontà di analisi più semplici come quella lineare (con ridistribuzioni o meno).
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Il lato interessante di questo aspetto è il "taglio" delle sollecitazioni con l'aumento delle deformazioni e come, all'aumentare in certi casi degli effetti di natura geometrica, si attenuino le sollecitazioni man mano che procedono oltre le non linearità meccaniche. Ecco perché - a mio avviso, e grazie anche alla puntualizzazione di Renato T. sul discorso del momento di snervamento (calcolato in base ai valori medi dei materiali) - è importante capire correttamente come interpretare la "possibile scelta" al punto 5.8.6(3) della norma [3].
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Capisco che l'argomento è decisamente particolare, condivisibile a tratti e soprattutto molto criticabile su molti punti di vista ma se si devono indagare alcuni aspetti particolari (come dicevo, cedimenti vincolari e/o gradienti termici in condizioni SLE/SLU tra MCR e Myk) sarebbe interesante capire come fare. Per questo il mio post. In ogni caso, lascio aperta la piacevole "conversazione" nel caso riuscissi finalmente a comprendere quel punto della norma [3]. Per me già sarebbe tantissimo.

Grazie.

PS. Renato T. ti ringrazio tantissimo. La tua osservazione per me è stata utilissima e fondamentale.

« Last Edit: 26 June , 2014, 14:20:54 PM by Fla-flo »
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Offline Renato T.

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Re:Analisi strutturale C.A. non lineare
« Reply #11 on: 26 June , 2014, 16:22:00 PM »
Ritengo che il punto (3) del §  5.8.6 EC2 in cui si dà la possibilità (in alternativa all'uso canonico dei valori medi) di utilizzare diagrammi mom-curv basati sui valori di progetto dei materiali  sia una semplificazione del metodo generale (a mio avviso inutile visto che si opera sempre con PC) a favore di sicurezza in quanto le deformazioni (rotazioni e spost. dei nodi) ottenute con siffatta sono sicuramente maggiori rispetto a quelle ottenibili con i valori medi (=valori più probabili). Questa presunta semplificazione consisterebbe nel "risparmiare" il calcolo separato del momento resistenze di progetto in quanto già durante l'analisi non lineare il superamento delle deformazioni unitarie nel cls e nell'acciaio segnalerebbe la mancata verifica sezionale (senza bisogno di comparare il momento flettente dell'analisi con quello resistente).
Detta semplificazione è consentita soprattutto in virtù del fatto che il § 5.8.6  è riferito essenzialmente ai casi in cui gli effetti geometrici sono particolarmente importanti.   

Offline Fla-flo

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Re:Analisi strutturale C.A. non lineare
« Reply #12 on: 26 June , 2014, 19:26:14 PM »
Ritengo che il punto (3) del §  5.8.6 EC2 in cui si dà la possibilità (in alternativa all'uso canonico dei valori medi) di utilizzare diagrammi mom-curv basati sui valori di progetto dei materiali  sia una semplificazione del metodo generale (a mio avviso inutile visto che si opera sempre con PC) a favore di sicurezza in quanto le deformazioni (rotazioni e spost. dei nodi) ottenute con siffatta sono sicuramente maggiori rispetto a quelle ottenibili con i valori medi (=valori più probabili). Questa presunta semplificazione consisterebbe nel "risparmiare" il calcolo separato del momento resistenze di progetto in quanto già durante l'analisi non lineare il superamento delle deformazioni unitarie nel cls e nell'acciaio segnalerebbe la mancata verifica sezionale (senza bisogno di comparare il momento flettente dell'analisi con quello resistente).
Detta semplificazione è consentita soprattutto in virtù del fatto che il § 5.8.6  è riferito essenzialmente ai casi in cui gli effetti geometrici sono particolarmente importanti.   

Mi fa piacere leggerti perché sono impressioni che ho avuto anche io, soprattutto rileggendo la versione inglese della [3]. Infatti, quel punto in particolare è stato "aggiornato" già nell'ultima versione EN del 2004. A questo punto, ragionando nell'ottica della norma [3], concordo che l'utilizzo dei diagrammi momento-curvatura tramite resistenze di progetto permetta la verifica diretta della resistenza SLU delle sezioni del telaio. Viceversa, dedurrei a buon senso che l'utilizzo dei diagrammi momento-curvatura, secondo eq. 3.14 per cls compresso e secondo diagramma tensioni-deformazioni acciai in termini di tensione di snervamento, forniscano direttamente le sollecitazioni caratteristiche (o di progetto) se il telaio è caricato con azioni caratteristiche (o di progetto), per ogni singola combinazione di carico. In entrambi i casi, ritengo che questo tipo di analisi - estremamente complesso, sia teoricamente che dal punto di vista dell'implementazione - sia necessariamente approssimato a monte perché schematizzabile di fatto solo tramite comportamento "olonomo".

Rimane comunque il fatto - anche da te notato - della diversità della sopravalutazione o meno delle deformabilità assiale e flessionale del telaio conseguentemente alla scelta tra i due gruppi al p.to 5.8.6 della [3], nell'ottica almeno di un'analisi non sismica (quindi SLE, al limite SLU, se per SLU intendiamo lo sviluppo di microfessurazioni diffuse come inizio di una situazione non lineare fino a incipiente raggiungimento dello snervamento degli acciai).

Dal punto di vista sismico, invece, la maggiore (apparente**) "deformabilità" potrebbe portare - a mio avviso - a una sopravalutazione della "risposta" sismica del telaio (ammettendo** solo ipoteticamente che si provi ad utilizzare le tensioni di progetto al posto di quelle medie). Quest'ultima, sappiamo, è tutta un'altra trattazione.

Almeno, questo è quello che adesso sono portato a concludere. Sembrerebbe che sia lasciato abbastanza margine di scelta al Progettista, considerate le incertezze. Ho l'impressione che sia sottinteso nella norma [3] al p.to 5.8.6 questo concetto: "in mancanza di modelli più precisi...possono essere utilizzati..."

Quest'ultima osservazione credo che abbia anche un minimo di conferma nel fatto che nella formula 3.14 in [3] il valore del modulo elastico dal valore secante a quello di progetto sia "scalato" proprio di un rapporto prossimo a fcm/fck senza particolari ulteriori accorgimenti.
« Last Edit: 27 June , 2014, 00:08:21 AM by Fla-flo »
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Offline Fla-flo

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Re:Analisi strutturale C.A. non lineare
« Reply #13 on: 27 June , 2014, 00:28:24 AM »
Rimane comunque il fatto - anche da te notato - della diversità della sopravalutazione o meno delle deformabilità assiale e flessionale del telaio conseguentemente alla scelta tra i due gruppi al p.to 5.8.6 della [3], nell'ottica almeno di un'analisi non sismica (quindi SLE, al limite SLU, se per SLU intendiamo lo sviluppo di microfessurazioni diffuse come inizio di una situazione non lineare fino a incipiente raggiungimento dello snervamento degli acciai).
Ecco la spiegazione! E' proprio un discorso di deformabilità. Il problema è non lineare: devo prima calcolare la deformata (il più aderentemente possibile alla realtà, utilizzando delle leggi costitutive che descrivano correttamente l'entità delle deformazioni globali) e da questa dedurre, infine, le sollecitazioni agenti. Quindi fare su queste utltime le verifiche sezionali (utilizzando però leggi costitutive che permettano una verifica SLU di resistenza).

In base a quanto precedentemente osservato, provo a darmi una spiegazione pratica sul fatto che al p.to 5.8.6 della EN 1992-1-1:2005 si parli di due gruppi di relazioni tensioni-deformazioni. Uno serve per la verifica della resistenza SLU della generica sezione (diagrammi sigma-epsilon con tensioni di progetto) e l'altro (in funzione di fcm, fy) serve per calcolare le deformate nel modo più aderente possibile alla realtà da cui poi dedurre le sollecitazioni agenti (evoluzione non lineare). E così via di seguito...

Concludendo, ritengo che in un'analisi strutturale non lineare ad ogni iterazione si debba procedere calcolando due volte lo stato di deformazione di ciascuna sezione. Sto pensando, in particolare, all'analisi strutturale non lineare di una pila alta. Nello specifico, determinate le azioni interne nella generica sezione i-esima tramite equazioni di equilibrio (al calcolatore, con azioni incrementate tramite moltiplicatore fino e oltre i valori di progetto), si calcola prima il suo stato di deformazione (con leggi costitutive fcm, Ecd, fyk) e dopo si verifica la sezione adottando le leggi costitutive dei materiali costruiti in funzione delle tensioni di progetto (fcd e fyd). Si effettua pertanto la verifica SLU della sezione i-esima. Se la sezione non è verificata allo SLU allora si ha crisi della pila per superamento della deformazione ultima dei materiali (uscita dal ciclo iterativo). Se la sezione i-esima è verificata allo SLU, si procede oltre e lo stato di deformazione della sezione viene ricalcolato adottando però le leggi costitutive date da eq. 3.14 per cls e dal p.to 3.2.3 per gli acciai. Si calcolano quindi (con queste ultime leggi costitutive) le due componenti delle curvature che, sostituite nelle relative equazioni elastiche, aggiornano nell'iterazione in corso la deformata della pila. E così via, di seguito al successivo passo iterativo...

Questo presumo possa essere una via di procedere in un'analisi strutturale non lineare che non escluda nessuna delle due opzioni riportate al punto 5.8.6(3). Come già osservato, dovendo necessariamente utilizzare il computer, a questo punto conviene fare ad ogni passo iterativo sia una verifica di resistenza sezionale SLU (che comunque devo fare) e sia il necessario aggiornamento (se tutto ok in termini di resistenza) della deformata della pila. Per fare questo, sono costretto a utilizzare entrambi i gruppi di leggi costitutive dei materiali.

Adesso i conti mi tornano.
« Last Edit: 28 June , 2014, 10:33:17 AM by Fla-flo »
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Offline g.iaria

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Re:Analisi strutturale C.A. non lineare
« Reply #14 on: 27 June , 2014, 09:24:23 AM »
L'analisi non lineare NON SISMICA di cui al par. 5.8.6 (3) di EC2 si implementa con i valori di progetto delle resistenze dei materiali e del modulo elastico del cls. L'analisi si conduce per step di carico. Al primo raggiungimento di MRd in qualche sezione si interrompe l'analisi e quel moltiplicatore dei carichi definisce il carico laterale di instabilità di progetto (non é necessario eseguire alcuna successiva fattorizzazione) che é completamente inclusivo delle non linearità geometriche e meccaniche.
Ricavato questo carico di progetto la verifica di stabilità si esegue a questo punto semplicemente controllando che questo valore sia >= del valore di progetto (fattorizzato) delle azioni laterali esterne (vento, termica, traffico, etc.) che generano gli effetti del 2° ordine.
« Last Edit: 27 June , 2014, 09:26:18 AM by g.iaria »
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