Author Topic: Calcolo rigidezza di muratura con pilastrino intermedio  (Read 5246 times)

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Offline Calatrave

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Calcolo rigidezza di muratura con pilastrino intermedio
« on: 24 December , 2011, 10:23:28 AM »
Ciao a tutti, dovrei verificare una muratura portante su cui andrà realizzata una nuova apertura, sicuramente da cerchiare.
Si tratta di una muratura perimetrale lunga circa 11 metri senza pareti interne trasversali; lungo il suo sviluppo si trova un pilastrino in c.a. a tutta altezza, inserito a suo tempo (immagino) per spezzare la luce della muratura. All'incrocio con le due pareti perimetrali trasversali sono presenti altri due pilastrini.
Nella determinazione della rigidezza della parete, a mio parere:
- deve essere considerata la rigidezza i pilastrini d'angolo e quello interno;
- la lunghezza in pianta dei singoli maschi murari è delimitata non solo dalle aperture esistenti/nuove ma anche dal pilastrino interno, nel senso che se ho in successione (apertura + muratura + pilastrino + muratura + apertura) avrò due maschi murari e non uno solo;
- deve essere escluso il contributo alla rigidezza dei maschi murari con rapporto (lunghezza/altezza)<0,3, con la lunghezza determinata come al punto precedente;
- per quanto appena detto, aperture da spostare o da realizzare in maschi murari con rapporto (lunghezza/altezza)<0,3 possono essere effettuate semplicemente mettendo in opera un'architrave ma senza cerchiare.
Secondo voi è un ragionamento valido?
Approfitto per augurare un sereno Natale a tutti voi!

Offline Rambo3ITA

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Calcolo rigidezza di muratura con pilastrino intermedio
« Reply #1 on: 26 December , 2011, 01:23:43 AM »
Posso chiederti una foto o uno schema del problema.. Così da poter ragionare meglio
Ingegnere ferroviario... professore... ma a 40 anni ancora disegni aste e cerchietti...... Per me Christian Otto Mohr, tu, sei fuori...

Offline Calatrave

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Re: Calcolo rigidezza di muratura con pilastrino intermedio
« Reply #2 on: 28 December , 2011, 09:48:00 AM »
Ciao Rambo3ITA, allego la pianta in esame.
Si tratta del piano terra di un edificio in muratura/mista costruito nel 1982 (prima che nelle Marche entrasse in vigore la normativa sismica, quindi non c'è alcun deposito al genio civile) con pilastri in c.a. negli spigoli e lungo lo sviluppo delle murature, oltre ad altri isolati.
Prendendo in esame la parete esterna sinistra, in cui si dovrà aprire una nuova finestra, io pensavo di considerare i maschi murari m1, ..., m5, in particolare m3 e m4 sono distinti perché separati dal pilastro p2. Inoltre m3 ha lunghezza inferiore a 0,3*H, quindi non considererei la sua rigidezza per la determinazione di quella della parete. Terrei conto invece della rigidezza dei singoli pilastri, come si fa per i piedritti delle cerchiature.
Inoltre, considerando la parete orizzontale sulla destra delimitata da un pilastro e nella quale c'è già un'apertura, ritengo che spostare o allargare quest'apertura non necessita il calcolo di una cerchiatura ma della sola architrave, in quanto già attualmente il maschio murario ha lunghezza inferiore a 0,3*H, quindi come caso limite si avrebbe un aumento della rigidezza della parete nel suo insieme (ma mai una diminuzione) nel caso in cui l'apertura si spostasse in modo che il maschio nella configurazione finale avesse lunghezza > 0,3*H.

Offline Rambo3ITA

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Calcolo rigidezza di muratura con pilastrino intermedio
« Reply #3 on: 28 December , 2011, 21:33:57 PM »
Quote
Nella determinazione della rigidezza della parete, a mio parere:
- deve essere considerata la rigidezza i pilastrini d'angolo e quello interno;
- la lunghezza in pianta dei singoli maschi murari è delimitata non solo dalle aperture esistenti/nuove ma anche dal pilastrino interno
- deve essere escluso il contributo alla rigidezza dei maschi murari con rapporto (lunghezza/altezza)<0,3, con la lunghezza determinata come al punto precedente;
- per quanto appena detto, aperture da spostare o da realizzare in maschi murari con rapporto (lunghezza/altezza)<0,3 possono essere effettuate semplicemente mettendo in opera un'architrave ma senza cerchiare.

Grazie per la planimetria postata. Secondo il mio modesto parere (magari colleghi più esperti saranno più precisi) Hair ragione nel considerare i pilastrini d'angolo e quello interno come spezzanti le murature. Dal punto di vista sismico, infatti, il comportamento mutuo tra muratura e pilastrini è tutto fuorché solidale. Tale muratura non è infatti "legata" con dell'altra muratura né tantomeno con il c.a.

In teoria potresti fare lo spostamento senza troppi problemi, ma ti invito a riflettere su alcuni aspetti che potrebbero guidarti meglio, andando al di la della visione puramente normativa del problema. Innanzitutto rifletti su ciò che stai facendo e su come questo va ad incidere sul comportamento globale della struttura creando un pregiudizio. Ad esempio, se sposti un'apertura causando un decentramento delle forature sul prospetto rispetto i piani superiori, creando delle debolezze oggettive, a poco valgono le indicazioni normative..

Se le murature, o le fondazioni, non ti sembrano di qualità attento a considerarne il loro contributo. Il fatto una che una muratura ci sia non significa che funzioni..
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Offline g.iaria

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Re: Calcolo rigidezza di muratura con pilastrino intermedio
« Reply #4 on: 30 December , 2011, 12:37:24 PM »
Premesso che, secondo me, tutti quei pilastrini sono più un danno che un aiuto in quant spezzano la continuità delle pareti nonché la (fondamentale) mutua connessione tra le pareti ortogonali.
Tracciando i diagrammi forza spostamento dei tre elementi separatamente (i due maschi ed il pilastrino) noterai che i due maschi mobilitano quasi subito tutta la loro resistenza a taglio quando ancora il pilastrino non ha sicuramente mobilitato la sua resistenza ultima, e comunque il suo contributo, a giudicare dalle dimensioni, dovrebbe essere trascurabile rispetto alle pareti. Per capirci è come avere tre "molle" di rigidezza k1, k2, k3 che lavorano in parallelo, con k1 e k2 (i due maschi) >> k3, il carico laterale verrà portato prevalentemente sulle molle più rigide.
A mio giudizio è quindi consigliabile calcolare la rigidezza delle pareti come somma delle rigidezze dei singoli maschi murari in cui la parete è stata divisa.
Una cosa fondamentale da sapere è inoltre il tipo di orizzontamento presente (diaframma rigido?) ed impostare di conseguenza un analisi comparata pre e post intervento.
« Last Edit: 30 December , 2011, 12:43:11 PM by g.iaria »
Un bravo scienziato è una persona con delle idee originali.
Un bravo ingegnere è una persona che fa un progetto che funziona con il minor numero possibile di idee originali.

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Offline Calatrave

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Re: Calcolo rigidezza di muratura con pilastrino intermedio
« Reply #5 on: 04 January , 2012, 22:50:31 PM »
Le murature perimetrali sono in blocchi di calcestruzzo di buona fattura, mentre quelle ai due piani superiori sono in blocchi semipieni a fori orizzontali.
Premesso che, secondo me, tutti quei pilastrini sono più un danno che un aiuto in quant spezzano la continuità delle pareti nonché la (fondamentale) mutua connessione tra le pareti ortogonali.
Approfondendo la questione, ho saputo che l'edificio è fondato su pali, quindi i pilastrini non d'angolo presumo siano stati inseriti sulla loro verticale.
Concordo che siano più un danno che un aiuto, però egoisticamente mi fa comodo perché avrò una parete attuale più debole quindi sarà più facile trovare una cerchiatura di dimensioni "umane".
A mio giudizio è quindi consigliabile calcolare la rigidezza delle pareti come somma delle rigidezze dei singoli maschi murari in cui la parete è stata divisa.
Sì, in effetti hai ragione, anche perché la forza ultima dei pilastrini dipende dal momento ultimo e quindi dall'armatura presente, cosa che naturalmente ignoro. Ma tu considereresti anche i maschi con rapporto l/h<0,3, valore sotto il quale le NTC 08 considerano il pannello murario non resistenti alle azioni orizzontali?
Una cosa fondamentale da sapere è inoltre il tipo di orizzontamento presente (diaframma rigido?) ed impostare di conseguenza un analisi comparata pre e post intervento.
Il solaio è in latero-cemento a lastra, quindi si può considerare infinitamente rigido, ma anche se non lo fosse stato bastava cambiare il valore di "n" nel calcolo delle rigidezze, passando da 12 (parete doppiamente incastrata) a un minimo di 3 (mensola).
Grazie ad entrambi.

 

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