Author Topic: Edifici Esistenti  (Read 4343 times)

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ingwilly

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Edifici Esistenti
« on: 18 February , 2010, 21:02:50 PM »
Per quante norme si scrivano la realtà supera sempre la fantasia.

Esempio:
Valutazione della sicurezza di una palestra scolastica.
Questi sono i pilastri:


Come li modellereste per una pushover o per un'analisi dinamica con fattore q?
 ??? ??? ???
Willy



zax2010

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Re: Edifici Esistenti
« Reply #1 on: 18 February , 2010, 22:15:24 PM »
Vista l'immagine istantaneamente rispondo (quindi non sparate...)

Prescinderei totalmente dal "nottolino" centrale e considererei la presenza di un doppio pilastro.

Renato

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Re: Edifici Esistenti
« Reply #2 on: 19 February , 2010, 08:23:06 AM »
Un modo semplice e secondo me sufficientemente apprss. potrebbe essere quello di considerare due distinti pil. 30x50 collegati a livello di impalcato (o anche a livelli intermedi) da una trave molto rigida a comportamento elastico  di accoppiamento assegnata per dati (cioè mediante le sole inerzie e/o rigidezze) avente rigidezza pari a quella di una sezione 15xAltezza interpiano. Alla fine del calcolo ottenuto il valore del taglio verticale in questo collegamento si può fare anche una separata verifica delle armature a taglio di collegamento (ma non dovrebbe essere condizionante).
Essendo il realle comportamento  della sezione quello di una parete dovrebbero essere applicate le relative regole di sollecitazione e duttilità Ma applicando quelle relative ai  pilastri si dovrebbe conseguire un livello di duttilità e sicurezza superiore. 

ingwilly

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Re: Edifici Esistenti
« Reply #3 on: 20 February , 2010, 11:17:34 AM »
Il problema principale riguarda il fatto che l'edificio è esistente, le alternative possibili sono due:

1) Pushover.
Ho poca dimestichezza con la materia ma mi sembra di aver capito bene che quanto più ci allontaniamo dal telaio classico con elementi rettangolari definibili come "travi" tanto più avremo numeri da giocare al lotto o al superenalotto.
Quindi bisognerebbe capire se lo schema proposto è uno schema di possibile rottura dell'elemento, cioè se quel sistema di molle diventa un sistema di cerniere diffuse prima di qualsiasi altra formazione di cerniera plastica "classica".
In sostanza avremmo due livelli di analisi.
Un livello di rottura interna dell'elemento che darebbe vita ai due elementi proposti da Zax.
Un livello di rotture "classiche" nei nodi della struttura.
Naturalmente questo è solo un ragionamento teorico perchè poi chi lo sa cosa realmente succederebbe.
In alternativa bisognerebbe essere così bravi da saper definire un elemento a fibre ad hoc.

2) Analisi modale con il fattore q.
In quasto caso la modellazione proposta da renato penso che possa andare bene (stiamo facendo un'analisi elastica) ma c'è l'inconveniente delle verifiche da fare fuori calcolo perchè nessun software di quelli che ti fanno le verifiche in automatico prevede tale assurda sezione.

Esiste una terza alternativa, proposta dal collega che ha ricevuto l'incarico e si è rivolto a me sperando che avessi un software adeguato alla bisogna.
Inserire un solo falso pilastro rettangolare di inerzia quasi uguale tanto, dice lui, "questa struttura va a terra se solo il terremoto la guarda". Naturalmente, come è facile immaginare, i pilastri sono tutti orientati nella stessa direzione

Che ne pensate?

Willy
« Last Edit: 20 February , 2010, 11:21:28 AM by ingwilly »

Offline Gilean

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Re: Edifici Esistenti
« Reply #4 on: 20 February , 2010, 11:20:10 AM »
Che se e' come dice il tuo collega, prevedi di effettuare saggi per verificare innanzi tutto le resistenze caratteristiche dei materiali, altrimenti modellazione et similia non servono a nulla.
Il calcolo è come la pelle delle @@, lo tiri dove vuoi tu.
Esempio di programmazione a Loop:
L'enunciato che segue è falso
L'enunciato precedente è vero.

Nonostante la consapevolezza dei rischi che si corrono dopo aver visto le prestazioni da 3° dan

ingwilly

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Re: Edifici Esistenti
« Reply #5 on: 20 February , 2010, 11:22:57 AM »
Che se e' come dice il tuo collega, prevedi di effettuare saggi per verificare innanzi tutto le resistenze caratteristiche dei materiali, altrimenti modellazione et similia non servono a nulla.
Questo lo davo già per acquisito. Inoltre i pilastri sono orientati tutti nella stessa direzione.

Offline Gilean

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Re: Edifici Esistenti
« Reply #6 on: 20 February , 2010, 11:58:23 AM »
il fatto che i pilastri siano orientati nella stessa direzione e' male, molto male (ma penso lo sappia meglio di me). Puoi darci qualche altra informazione sulla struttura? e' solo in c.a.? interpiano? regolare in pianta e/o altezza? in particolare le regolarità contano molto ai fini di un corretto calcolo con push over.
Il calcolo è come la pelle delle @@, lo tiri dove vuoi tu.
Esempio di programmazione a Loop:
L'enunciato che segue è falso
L'enunciato precedente è vero.

Nonostante la consapevolezza dei rischi che si corrono dopo aver visto le prestazioni da 3° dan

zax2010

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Re: Edifici Esistenti
« Reply #7 on: 20 February , 2010, 16:35:15 PM »
Quando hai accennato ad analisi Push Over ho subito pensato a condizioni di "crisi" del pilastro, e da lì è nata la risposta istantanea del considerare il pilastro come doppio.
Oltre che conoscere i materiali, cosa che dai per scontata, per comprendere pienamente cosa fare (ammesso che prima o poi lo si capisca) è opportuno vede come è armato il pilastro, come sono organizzate le staffature. Ovvero, se le staffe sono quattro braccettini, così tanto per metterci qualcosa, allora potrebbero esserci pochi dubbi e considerare realmente due i pilastri. Viceversa se le staffe in quella zona sono "importanti" (ma mi stupirei) bisognerebbe ragionare meglio e più approfonditamente.
Una mia domanda è relativa invece alla orditura delle travi. Se i pilastri sono tutti orientati in una direzione, le travi ortogonali dove convergono? In asse al pilastro, o su uno degli estremi?

 

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