Author Topic: Prove sclerometriche  (Read 3545 times)

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Offline claudio

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Prove sclerometriche
« on: 27 January , 2014, 10:27:53 AM »
Ciao, Ho acquistato la settimana scorsa uno sclerometro. Una volta trovato il valore medio inerente le battute per confrontarlo con la resistenza di progetto devo applicare formule particolari o è un semplice confronto? Sul libretto dello sclerometro non leggo niente e in normativa si fa riferimento al punto C11.2.6 ma non so se va bene.
Sapete dirmi qualcosa?
ciao

Offline pasquale

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Re:Prove sclerometriche
« Reply #1 on: 29 January , 2014, 11:03:22 AM »
vedi mp
impossibile est ut is faciat, qui nescit quomodo fiat
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Offline claudio

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Re:Prove sclerometriche
« Reply #2 on: 29 January , 2014, 12:23:26 PM »
ti ringrazio molto pasquale, ma manca poi come effettivamente si verificano i valori ottenuti per dichiarare il calcestruzzo accettabile o no.

Offline pasquale

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Re:Prove sclerometriche
« Reply #3 on: 29 January , 2014, 15:03:36 PM »
purtroppo con le sole prove sclerometriche non si sa quale è la resistenza a compressione, si può valutare solo il grado di omogeneità,
vedi anche questi documenti
http://www.cias-italia.it/RM-153-10-_3987-3989_-Masw%20Vs30%20e%20Martinetti%20piatti%20-%20Comune%20di%20Poli%20-%20sito%204M.pdf
http://www.4emme.it/PDF/ES_2718.pdf
http://www.4emme.it/PDF/proveinsito2012_indagini%20sui%20materiali.pdf
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Offline claudio

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Re:Prove sclerometriche
« Reply #4 on: 30 January , 2014, 08:37:49 AM »
grazie. Quindi è praticamente impossibile riuscire a quantificare la resistenza anche correggendo il valore con opportuno coefficiente correttivo. Ma allora chi procede al collaudo delle strutture e esegue le prove sclerometriche soltanto come può arrivare ad una conclusione certa dicendo che il cls utilizzato è conforme a quello stabilito in progetto? O meglio ad oggi chi a tratto queste conclusioni è sempre stato superficiale? Allora mi chiedo perchè molti collaudatori eseguono la sola prova sclerometrica arrivando a concludere quanto segue che io mi ritrovo in un collaudo che mi è stato consegnato:

"I valori rilevati risultano essere conformi al titolo del calcestruzzo previsto nei calcoli che è stato di classe C25/30.
Le prove sclerometriche effettuate per campione, hanno dato buoni risultati che, pur se non da ritenersi rigidamente esatti, confrontati con i risultati delle prove eseguite a rottura dei cubetti prelevati dal Direttore di Lavori durante l'esecuzione dei lavori, danno conferma della bontà dei getti e della loro ottima esecuzione"

ciao e grazie pasquale

Offline reversi

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Re:Prove sclerometriche
« Reply #5 on: 30 January , 2014, 09:30:06 AM »
Quindi è praticamente impossibile riuscire a quantificare la resistenza anche correggendo il valore con opportuno coefficiente correttivo. Ma allora chi procede al collaudo delle strutture e esegue le prove sclerometriche soltanto come può arrivare ad una conclusione certa dicendo che il cls utilizzato è conforme a quello stabilito in progetto? O meglio ad oggi chi a tratto queste conclusioni è sempre stato superficiale? Allora mi chiedo perchè molti collaudatori eseguono la sola prova sclerometrica arrivando a concludere quanto segue che io mi ritrovo in un collaudo che mi è stato consegnato:

"I valori rilevati risultano essere conformi al titolo del calcestruzzo previsto nei calcoli che è stato di classe C25/30.
Le prove sclerometriche effettuate per campione, hanno dato buoni risultati che, pur se non da ritenersi rigidamente esatti, confrontati con i risultati delle prove eseguite a rottura dei cubetti prelevati dal Direttore di Lavori durante l'esecuzione dei lavori, danno conferma della bontà dei getti e della loro ottima esecuzione"
mi verrebbe da scrivere "buongiorno", ma forse è il caso di aggiungere qualche piccolo chiarimento.

se sai come funziona uno sclerometro, saprai che all'interno c'è una massa battente che viene "sparata" da una molla contro l'elemento strutturale (non è proprio così, perché l'urto è mediato dalla punta dello sclerometro, ma questo non cambia il discorso).

il caricamento della molla si ottiene premendo lo sclerometro contro la superficie dell'elemento da provare.

due cose: la molla nel tempo si rilassa, l'orientamento dello sclerometro influenza il risultato (perché la gravità può agire interamente o parzialmente a favore o contro nei confronti della massa battente che si muove). questi "fattori di disturbo" sono intrinseci allo sclerometro.

ci sono poi fattori di disturbo esterni, di cui i principali sono: lo smorzamento dell'urto che può aversi per la presenza di superficie umida o polvere di cemento o la carbonatazione superficiale dell'elemento da provare.

fatta questa premessa, ci chiediamo: cosa misura lo sclerometro?

di fatto: niente, perchè non fa altro che registrare un rimbalzo della massa battente che ha urtato contro l'elemento strutturale.

se però:
1) lo sclerometro è tarato di recente (minimizziamo l'effetto di rilassamento della molla);
2) se le curve di lettura sono state verificate dal laboratorio ed eventualmente corrette (minimizziamo l'effetto dell'orientamento);
3) se la superficie dell'elemento da provare è asciutta (minimizziamo lo smorzamento dell'urto);
4) se la superficie dell'elemento da provare è pulita, magari con l'apposita pietra abrasiva fornita con lo strumento (minimizziamo lo smorzamento dell'urto);
5) se la superficie dell'elemento da provare non è soggetta a carbonatazione (minimizziamo la "falsa" maggior durezza superficiale indotta dalla carbonatazione);
6) se l'operatore è esperto e non individua altri fattori di disturbo (ad esempio, un elemento strutturale troppo snello che potrebbe a sua volta vibrare sottraendo energia all'urto e quindi falsando il rimbalzo, la presenza di una barra di armatura proprio sotto al punto dove stiamo battendo con lo sclerometro, ecc.);
7) se sono fatte numerose misure in un'area rappresentativa in modo da poter statisticamente ritenere che tutti i valori siano omogenei e che il valore medio sia pressoché indisturbato dai fattori sopra elencati,

allora possiamo pensare che lo strumento ci fornisca in maniera affidabile la misurazione per la quale è stato costruito: una misura del rimbalzo.

il rimbalzo viene poi correlato alla resistenza del calcestruzzo, secondo la verosimile ipotesi che quanto più il calcestruzzo "è buono", tanto maggiore sarà la sua durezza superficiale e quindi lo sclerometro segnerà un elevato rimbalzo.

da quanto sopra, sono sicuro che concorderai sulla scarsa affidabilità delle battute sclerometriche al fine di dare risposte definitive in merito alla bontà del calcestruzzo, soprattutto perché le cose che io ti ho scritto non sono certo conoscenze dell'utilizzatore medio dello sclerometro (altrimenti non lo utilizzerebbe).

ecco perché mi veniva da scrivere "buongiorno", nel senso di "ben svegliato" :ciau:

Offline claudio

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Re:Prove sclerometriche
« Reply #6 on: 30 January , 2014, 12:16:22 PM »
Ti ringrazio della risposta. A questo ci ero arrivato e non hai fatto altro che confermarmi quanto avevo anticipato.
Grazie mille

 

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