Ciao Zax,
forse non mi sono spiegato bene, vedo di rettificare tornando al mio dubbio. Il punto a mio avviso è che questo punto della norma può portare ad un sottodimensionamento della fondazione che potrebbe uscire dal campo elastico. Se da analisi con q=2.5 ho un momento al piede di 800 kNm significa che con q=1 avrei M=2000 kNm. Essendo il momento resistente 1500 kNm devo mettere in conto la duttilità, altrimenti dovrei aumentare sezione (o l'armatura) del pilastro. Bene, dimensiono la fondazione con q=2.5 e M=800 kNm (ciabatta e bicchiere, lasciamo stare un attimo i vari gammaRd). Arriva il sisma: il pilastro rimane in campo elastico finchè M<1500 kNm, poi risponde con la duttilità, ma intanto il momento è arrivato a 1500 kNm. Chi mi dice che il pozzetto non collassi fragilmente a taglio? Chi mi dice che la ciabatta sia in grado di incassare un momento non previsto in sede progettuale? Io penso che la norma sia sbagliata per così come è scritta. Il momento al piede di un pilastro per il dimensionamento della fondazione dovrebbe essere scelto tra quello ottenuto dall'analisi con q=1 ed il momento resistente. Punto e basta: la terza possibilità che da la norma pregiudica la sicurezza a mio avviso.
Ciao.
Concordo in pieno con tale assunto! Proprio nel calcolo di una struttura di fondazione con travi rovesce a bicchiere (con i soli plinti non ne uscivo a capacità portante e non potevo fare plintoni da 3,5x3,5 m. causa contiguità con altra struttura ed i plinti zoppi si comportavano maluccio) ho completamente abbandonato l'analisi elastica con amplificazione gamma_R, poiché tali azioni erano davvero modeste rispetto al q=1 o o a quelle relativa al momento resistente dei pilastri sovrastanti.
Tra le ultime 2 ho scelto il q=1, ossia un'analisi in campo elastico che convenientemente dovrebbe pormi in una situazione intermedia tra le tre proposte dal normatore.
Quindi, riassumendo credo che scegliere la minore, se essa è analisi elastica amplificata, sia un grave errore in termini di sicurezza, sebbene la norma lo preveda (non c'è garanzia alcuna che la fondazione resti in campo elastico, anzi...). Cosa diversa è se il raffronto al minimo avviene tra l'analisi con i momenti resistenti dei pilastri con le relative azioni a q=1.
Personalmente ho optato per la seconda. Ma in effetti, se arriva il sisma che mobilità totalmente il momento resistente massimo del pilastro, e questo è maggiore rispetto al q=1, cosa diamine succede?
Si, forse c'è un bag.
Tornando al tema del topic, certamente non si può usare il BFS per la villetta in questione: manca la condizione di scatolarità. Inoltre io prolungherei i pilastri fino in fondazione, considerando il muro svincolato dai pilastri e soggetto solo alla spinta delle terre. Il telaio lo chiudere con una trave, pertanto la configurazione del muro sarebbe proprio quella di un muro di sostegno. Grande semplificazione, ma credo efficace.
Alternativamente, fermo restando l'appoggio ai pilastri, potrebbe il solaio del primo impalcato poggiare sul muro, garantendone ulteriore stabilità, sebbene occorrono altre verifiche (carichi verticali).
Ciao