Author Topic: Zone critiche pilastri prefabbricati  (Read 6053 times)

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Offline concreto

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Zone critiche pilastri prefabbricati
« on: 08 July , 2011, 09:20:32 AM »
Capannone multipiano con pilastri in c.a. e travi incernierate in c.a.p., ogni volta mi trovo a dubitare della stessa questione:
quali sono le zone critiche dei pilastri?
Tutte le zone a cavallo dell'innesto delle travi oppure la sola zona di base?

zax2010

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Re:Zone critiche pilastri prefabbricati
« Reply #1 on: 08 July , 2011, 09:23:20 AM »
La sola di base.

Offline concreto

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Re:Zone critiche pilastri prefabbricati
« Reply #2 on: 08 July , 2011, 09:35:40 AM »
Posso farti una domanda zax?
Tu che interpretazione dai a "1/6 dell'altezza libera del pilastro"?
 - l'altezza libera del pilastro è la luce libera di inflessione quindi in realtà la zona critica si estende per H/3
 - l'altezza libera del pilastro è la semplice distanza tra il collo del plinto e l'intradosso della trave di copertura, quindi la zona critica si estende per H/6.

Assobeton si è espressa? Non c'è modo di avere le loro "Linee guida per la progettazione di strutture prefabbricate", presentate a novembre 2010 e ancora non in vendita a giugno 2011.

zax2010

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Re:Zone critiche pilastri prefabbricati
« Reply #3 on: 08 July , 2011, 10:44:43 AM »
In realtà la circolare definisce meglio cosa si intende per "altezza libera del pilastro".
Essa non è "altezza libera di inflessione"; ma semplicemente l'altezza del fusto del pilastro depurato dall'altezza delle travi convergenti (diciamo interpiano meno altezza trave). Non chiedermi il paragrafo, perchè dovrei cercare.
Pertanto le tue ipotesi perdono senso (ma solamente normativamente parlando).

In realtà il DM08, con le sue regole è "tarato" per le strutture intelaiate classiche e fallisce nel caso dei soliti pilastri a mensola delle strutture prefabbricate.
Migliore era la definizione di zona critica contenuta nel DM05, pari ad 1/3 della quota in cui il momento si annullava lungo il pilastro. Per cui, nelle strutture intelaiate "classiche" la quota di momento nullo è circa a metà pilastro, e quindi 1/3 di tale semi-altezza era apri al 1/6 di H dell'attuale formulazione, ma per le strutture prefabbricate, con punto di nullo del momento sulla loro testa, significava zona critica 1/3 di H.

Personalmente, per le usuali strutture monopiano sto ad 1/3 di H, e non ad 1/6 di norma. Sulle strutture pluripiano dipende (ma ultimamente non me ne stanno capitando). Poichè però sono solito raffittire le staffe sotto e sopra le varie mensole, praticamente il primo interpiano normalmente è armato comunque come se fosse tutta zona critica.
In ogni caso tanti piani "liberi" con soli pilastri non è che in zona sismica si possano fare.

Offline concreto

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Re:Zone critiche pilastri prefabbricati
« Reply #4 on: 08 July , 2011, 11:19:45 AM »
Superata la soglia del bi-piano diventa quasi impossibile contrastare i momenti enormi alla base dei pilastri a mensola.

I problemi più grandi si riscontrano in fondazione, dove servirebbero bicchieri dalle pareti spropositate e ciabatte inferiori di dimensioni astronomiche (sempre che si riesca a collegare efficacemente il bicchiere prefabbricato con la soletta di base gettata in opera).
Mi trovo in seria difficoltà per tali fondazioni. Vorrei trovare un modo per contrastare parte del momento flettente trasmesso dal pilastro al plinto: sforzi normali piuttosto bassi e momenti altissimi rendono sempre non soddisfabili le verifiche geotecniche delle fondazioni.
Ho pensato di utilizzare i cordoli di collegamento orizzontali, ora dimensionati a solo sforzo assiale, come travi di collegamento tra i nodi di base dei pilastri. Ho però difficoltà esecutive nel collegamento cordolo in opera - bicchiere prefabbricato; inoltre trasformando i cordoli in travi dovrei seguire tutti i minimi normativi di geometria e armatura relativi alle travi (staffe comprese).

C'è anche il problema che il cordolo deve trovarsi a meno di 1m dalla quota di intradosso del plinto: se faccio affidamento "strutturale" sulla ciabatta gettata in opera dovrei inserire i cordoli a meno di 1m dall'intradosso di quest'ultima, ricorrendo ad una griglia di scavi stretti e profondi molto dispendiosa in termini economici e di tempo.

Ringrazio chiunque voglia darmi dei consigli o dritte per risolvere tali questioni.

zax2010

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Re:Zone critiche pilastri prefabbricati
« Reply #5 on: 08 July , 2011, 13:01:55 PM »
Tutti i problemi che hai evidenziato sono quelli "critici" dacchè le zone d'Italia sono divenute praticamente tutte sismiche, e che si risolvono di botto con una decisione semplice:

buttare a mare i casseri dei plinti e dei collari prefabbricati

e fare delle fondazioni in opera della geometria opportuna e soprattutto con spessori congrui con quelle che sono le azioni, ma soprattutto le varie formuline riportate nelle varie norme

(Ad esempio tutte le formule che trovi nelle raccomandazioni CNR 10025 riguardo la verifica dei collari dei plinti, presuppongono la formazione di parecchi meccanismi biella-puntone, che se non hai gli spessori ..... ti attacchi al tram).

L'unica cosa difficile da rispettare diventa il discorso del metro massimo tra intradosso fondazione e cordoli.
Alcuni non hanno letto la righina delle norme, altri fanno finta di dimenticarla, e continuo a vedere cordoli annegati nella pavimentazione industriale, palesemente inutili (a seguire la norma).

 

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