Author Topic: [Strutture] Rigidezza secante allo snervamento  (Read 11703 times)

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Offline Mago

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[Strutture] Rigidezza secante allo snervamento
« on: 06 May , 2010, 16:47:06 PM »
Al punto 7.2.6 le NTC 2008 recitano

“Per rappresentare la rigidezza degli elementi strutturali si possono adottare modelli lineari, che trascurano le non linearità di materiale e geometriche, e modelli non lineari, che le considerano; in ambo i casi si deve tener conto della fessurazione dei materiali fragili. In caso non siano effettuate analisi specifiche, la rigidezza flessionale e a taglio di elementi in muratura, cemento armato, acciaio-calcestruzzo, può essere ridotta sino al 50% della rigidezza dei corrispondenti elementi non fessurati, tenendo debitamente conto dell’influenza della sollecitazione assiale permanente.”

Mi piacerebbe aprire un confronto sull’interpretazione di questo, come vi comportate voi?  :mmm:

zax2010

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Re:[Strutture] Rigidezza secante allo snervamento
« Reply #1 on: 06 May , 2010, 17:09:44 PM »
Ricordo che circa 2 anni fa ho cercato in rete dei documenti su questo specifico argomento.
Ho trovato articoli scientifici, ma anche articoli più "gossippari" in cui si sosteneva che su questo argomento ancora la comunità scientifica non ha trovato un "metodo" univoco di determinazione.

Purtroppo non ho più i riferimenti ma ricordo un articolo in cui, glissando totalmente da metodi esatti e poco utilizzabili anche nella pratica tecnica, si consigliava di utilizzare una riduzione del 50% sulle travi, ma soltanto del 40% sui pilastri in considerazione dello sforzo normale su di essi.

Ovviamente trattasi di numeri al lotto. Con il 40% di riduzione della rigidezza del pilastro, magari risolvi la verifica SLD, ma poi ti becchi un pò di sisma in più per la maggiore rigidezza che non riducendo del 50%.

Questo semplice esempio fa capire come il calcolo sia assolutamente convenzionale.

Offline Mago

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Re:[Strutture] Rigidezza secante allo snervamento
« Reply #2 on: 06 May , 2010, 17:23:21 PM »
Bhe  leggendo il libro del trio Petrini, Pinho e Calvi, sembrerebbe opportuno ridurre la rigidezza secante delle travi, su quella dei pilastri, bho, anche perchè cosi facendo si alzano di molto i periodi propri della struttura, con diminizione delle sollecitazioni, ma gli spostamenti agli SLD schizzano. Sulla guida alla progettazione dell'Aicap applicano una riduzione della rigidezza delle travi del 50%, sul testo del Professor Ghersi mi sembra siano riportati dati che, seppur con estrema cautela da parte degli autori sembrerebbero confermare questa interpretazione.

Renato

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Re:[Strutture] Rigidezza secante allo snervamento
« Reply #3 on: 06 May , 2010, 18:05:21 PM »
Secondo me il § 7.2.6 si riferisce a modelli lineari per edifici nuovi e viene usato il termine "può essere ridotta" e non "deve essere ridotta". Quindi io uso tranquillamente la rigidezza non ridotta per evitare problemi di spostamento di interpiano nelle verifiche SLD  (un pò di rigidezza in più nello SLV non mi sta male).
La questione è veramente importante, invece, nel caso degli edifici esistenti utilizzando la tecnica del pushover. In questo caso la corretta stima degli effettivi spostamenti orizzontali è essenziale per dare significato alla tecnica pushover. L'EC8 (§ A.3.1.3) al riguardo consiglia di assumere per come rigidezza secante efficace EJ alle estremità delle aste  il valore medio (alle 2 estremità delle aste) di MyLv/(3 Thetay)
in cui My = mom. snervamento
Lv = luce di taglio = M/V approssimabile con  Lnetta/2 
Thetay = rotazione allo snervamento ridotta per tener conto della def. a taglio e dello scorrimento delle barre

Offline Mago

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Re:[Strutture] Rigidezza secante allo snervamento
« Reply #4 on: 06 May , 2010, 18:32:27 PM »
Renato, condivido le tue osservazioni, ma nel paragrafo si legge che "in ambo i casi si deve tener conto della fessurazione dei materiali fragili" , e quello che segue  è un modo per tener conto di questo, che per modelli non lineari e a plasticità distribuita la fessurazione è un risultato dell'analisi stessa.
Quindi, mettiamo di trovarci davanti ad un giudice, perchè il nostro fabbricato per un sisma di modesta entità ha subito dei danni alle tramezzature ecc... come gli diciamo che non abbiamo tenuto conto di questa richiesta di normativa?

Offline _automa_

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Re:[Strutture] Rigidezza secante allo snervamento
« Reply #5 on: 06 May , 2010, 21:15:13 PM »
-ghersi nel suo libro ritiene che non è opportuno ridurre alcuna rigidezza

-personalmente non ne tengo in conto perchè allo slv un minimo di rigidezza in piu' non mi preoccupa, non è quella che ti fa aumentare le armature e comunque opero a vantaggio di sicurezza. Allo SLD ritengo che non vada comunque ridotta perchè le famose fessurazioni non devono crearsi. Ovvero la diminuzione di rigidezza comunque ritengo che debba intendersi per verifiche allo stato limite ultimo.

Offline Mago

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Re:[Strutture] Rigidezza secante allo snervamento
« Reply #6 on: 06 May , 2010, 21:41:14 PM »
Oh, mi piace questo confronto...

- il Ghersi, se non ricordo male, finisce il paragrafo chiedendosi se non sia più corretto proseguire con la vecchia impostazione, ma nei dati che son riportati nella tabellina, si vede che per travi già un basso momento sollecitante crea le fessurazioni, nei pilastri invece, all'aumentare di N si arriva anche ad una rigidezza dell'elemento maggiore di quella geometrica.

- io ho fatto alcune prove con modelli semplici, e riducendo solo la rigidezza delle travi, come per altro indica il Prof. Cosenza sulla guida all'Ec2 con riferimento alle NTC 2008 dell'Aicap, si ha una riduzione dei momenti sollecitanti agli appoggi di circa un 20-25%, e un aumento degli spostamenti della stessa aliquota (modello elastico lineare).
Io non sono per nulla certo che questa interpretazione delle NTC 2008 sia quella corretta, ma sicuramente una riduzione del 20-25% dell'armatura a flessione per le travi si rifletta a cascata su tutta la GDR, con un bel risparmi sul totale, e poi magari, con il ferro risparmiato si possono curare un pò di piu i dettagli delle armature, che poi sono quelli che fanno la differenza.

Sempre per un confronto, in Grecia, che usano gli eurocodici da un pò di più che da noi, mi risulta che le guide indicano di utilizzare la rigidezza secante anche per le condizioni statiche, con l'intento, penso, di penalizzare un pò le armature in campata per le travi.


Offline _automa_

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Re:[Strutture] Rigidezza secante allo snervamento
« Reply #7 on: 06 May , 2010, 21:51:38 PM »
Oh, mi piace questo confronto...



- io ho fatto alcune prove con modelli semplici, e riducendo solo la rigidezza delle travi, come per altro indica il Prof. Cosenza sulla guida all'Ec2 con riferimento alle NTC 2008 dell'Aicap, si ha una riduzione dei momenti sollecitanti agli appoggi di circa un 20-25%, e un aumento degli spostamenti della stessa aliquota (modello elastico lineare).
Io non sono per nulla certo che questa interpretazione delle NTC 2008 sia quella corretta, ma sicuramente una riduzione del 20-25% dell'armatura a flessione per le travi si rifletta a cascata su tutta la GDR, con un bel risparmi sul totale, e poi magari, con il ferro risparmiato si possono curare un pò di piu i dettagli delle armature, che poi sono quelli che fanno la differenza.

Sempre per un confronto, in Grecia, che usano gli eurocodici da un pò di più che da noi, mi risulta che le guide indicano di utilizzare la rigidezza secante anche per le condizioni statiche, con l'intento, penso, di penalizzare un pò le armature in campata per le travi.



sul fatto che si ha un risparmio a cascata non sono convintissimo perchè aumentando gli spostamenti potresti essere costretto ad aumentae le sezioni per far tornare di nuovo la verifica sld.

buhhh

Offline Mago

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Re:[Strutture] Rigidezza secante allo snervamento
« Reply #8 on: 06 May , 2010, 22:14:52 PM »
Ecco proprio qui volevo arrivare, se il fatto di usare la rigidezza secante ti porta a dover cambiare le sezioni perchè non rispetti gli SLD, il solito giudice non potrebbe impugnare la cosa, dicendo che il tuo progetto non rispetta le NTC perchè non tiene conto della fessurazione per i materiali fragili, come invece richierto al § 7.2.6. Perchè le norme italiane non sono mai chiare e interpretabili??!!

Renato

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Re:[Strutture] Rigidezza secante allo snervamento
« Reply #9 on: 08 May , 2010, 10:46:53 AM »
Ecco proprio qui volevo arrivare, se il fatto di usare la rigidezza secante ti porta a dover cambiare le sezioni perchè non rispetti gli SLD, il solito giudice non potrebbe impugnare la cosa, dicendo che il tuo progetto non rispetta le NTC perchè non tiene conto della fessurazione per i materiali fragili, come invece richierto al § 7.2.6. Perchè le norme italiane non sono mai chiare e interpretabili??!!
Una soluzione di compromesso potrebbe essere quella di assegnare una modesta riduzione di rigidezza ad esempio pari al 15-20% sia per le travi che per i pilastri. Se gli spostamenti SLU (coeff. Theta) o SLD di interpiano non sono verificati sarà cmq necessario un "modesto" incremento delle sezioni delle aste. Poichè nelle NTC non viene indicato  un criterio consolidato per la determinazione della % di riduzione delle rigidezze ma solo un limite max del 50% nessun controllore potrà obiettare sulla scelta.
 

Offline minimike

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Re:[Strutture] Rigidezza secante allo snervamento
« Reply #10 on: 23 May , 2011, 19:43:19 PM »
Salve a tutti!!!

Scusate se riuppo il topic ma ultimamente ho fatto un po' di prove numeriche per capire meglio questo concetto da normativa, e sono giunto alla mia personale conclusione che....DIPENDE!!!
Ebbene si, cioè è un qualcosa che va valutato caso per caso e conviene ogni volta fare una copia del modello, impostare E pari alla metà e confrontare i risultati.

- SLD: per la verifica degli spostamenti di interpiano a mio avviso occorre sempre ridurre poichè un E dimezzato corrisponde ad un materiale meno resistente, quindi nel complesso ad una struttura meno rigida e cioè più flessibile!! Quindi ridurre E per le verifiche allo SLD è praticamente sempre cautelativo e ci darà spostamenti sempre maggiori di modelli con E al 100%!!! Questo significa che la verifica porterà indirettamente a progettare e ad avere "alla fine" una struttura molto rigida, poco flessibile e che per terremoti anche di una certa entità (non dimentichiamoci che in zona 1 gli spettri SLD - pur se elastici - hanno delle ordinate spettrali tra 0,3 e 0,4 che non sono certo carezze!), è in grado di contenere di molto i danni!!

- SLV: discorso a parte per la verifica allo SLV, dove è importante valutare caso per caso se il periodo fondamentale della struttura sia maggiore a Tc dello spettro. In effetti, per strutture con 4-5 impalcati al massimo, pur dimezzando la E, si rimane sempre dentro il plateau o cmq molto vicini a Tc. Se però abbiamo una struttura con diversi piani, quindi già di per sè con un periodo elevato, e gli dimezziamo pure la E...sicuramente non andiamo a vantaggio di sicurezza poichè andremmo ad innalzare "troppo" il periodo e ci metteremmo in una posizione spettrale diciamo...troppo comoda, cioè rischieremmo di prendere accelerazioni inferiori!!

Per cui, il mio consiglio è: fatto il modello con E al 100%, creare una copia dello stesso con E al 50%; utilizzare i rislutati delle analisi allo SLD di quest'ultimo per la verifica degli spostamenti di interpiano, e controllare che il periodo fondamentale della struttura "più debole" non superi il valore Tc del relativo spettro allo SLV utilizzato per l'analisi. Nel caso il periodo della struttura con E/2 sia superiore a Tc, abbandonare il modello e riutilizzare quello con E al 100% per le verifiche allo SLV!


Spero di aver dato un aiuto valido per far luce ancora di più su uno dei tanti argomenti fumosi delle NTC08!!!!
Ciaoo!!! ;)
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Offline g.iaria

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Re:[Strutture] Rigidezza secante allo snervamento
« Reply #11 on: 23 May , 2011, 20:35:57 PM »
Secondo me la riduzione va calibrata caso per caso, in funzione delle condizioni in cui le membrature si trovano prima e dopo il raggiungimento dello stato limite e quindi del margine di resistenza. 
Se la struttura non è eccessivamente sovradimensionata: 50% per travi e 0-25% per pilastri (solitamente io uso 50% per travi e 0% per pilastri).
La fessurazione delle travi secondo me va sempre considerata in quanto è lecito assumere questi elementi già fessurati per effetto dei carichi verticali già prima dell'avvento del sisma.
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Offline minimike

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Re:[Strutture] Rigidezza secante allo snervamento
« Reply #12 on: 23 May , 2011, 21:32:14 PM »
concordo anch'io su un'eventuale differenziazione tra travi e pilastri, però se siamo in zona 1 è facile che alcuni pilastri addirittura vadano in trazione, condizione ben peggiore!!!
forse le differenziazioni sono ancora più logiche in zona 3 o 4, anche se poi ci sarebbe da considerare il vento...cmq sempre meglio fare diversi modelli e confrontare i risultati!
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Offline Legs

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Re:[Strutture] Rigidezza secante allo snervamento
« Reply #13 on: 23 May , 2011, 22:48:05 PM »
Mi piacerebbe aprire un confronto sull’interpretazione di questo, come vi comportate voi?
Leggi questo articolo dell'ing. Palermo. E' abbastanza in linea con quello che penso io (c'e' solo qualche differenza numerica).
http://media.teknoring.it/file/dossier/Art_Palermo_7_Sett.pdf

zax2010

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Re:[Strutture] Rigidezza secante allo snervamento
« Reply #14 on: 24 May , 2011, 12:23:05 PM »
Questa "guerra dei numeri" è la dimostrazione che non sappiamo come calcolare il cemento armato. Non lo sappiamo oggi dopo 80 anni minimo di esperienza massiccia.

Io penso sempre che se resuscitassero gli ingegneri morti oltre 80 anni fa e vedessero il materiale con cui costruiamo oggi, rimarrebbero allibiti, e soprattutto ci rimproverebbero di brutto.
Non esiste materiale al mondo peggiore, che più si discosta dagli elegantissimi principi studiati in Scienza delle Costruzioni.
E questo con buona pace anche di chi si duole come gli aspetti economici "governano" e fagocitino le scelte tecniche oggi. A mio avviso è proprio su tale strada (ovvero aspetti solamente economici) che 80 anni fa sarebbe nata l'avventura del cemento armato.

Ed oggi eccoci qui che ragioniamo su coefficienti "magici" che dovrebbero "risolvere" e consentirci di sapere cosa succede "dentro" una struttura in c.a. Sintetizzando: un esercizio da pirla.

In realtà l'inconveniente, l'errore, come volete chiamarlo chiamatelo, sta proprio a monte di tutto.
Nelle nostre analisi elastiche partiamo da concetti, la trave di De Saint Venant, ad esempio, che si poggiano su due pilastri di base: rotazione piana delle sezioni, rapporto lineare tra tensione e deformazione.
Sulla base di questi due assunti, ecco che "nasce" un parametro, il momento d'inerzia della sezione, che dipende dalla sola geometria della sezione, ed estendendo il concetto ecco che nasce anche la "rigidezza" dell'elemento, anch'esso dipendente dalla sola geometria della trave (il materiale interviene di striscio con la E).

Le nostre matrici di rigidezza, sofisticate quanto si vuole, questo hanno dentro.

Ma se ci fate caso la verifica SLU elimina uno dei pilastri di base: non esiste più la linearità tensione-deformazione.
Tutta la costruzione che viene dopo a questo punto crolla, o dovrebbe crollare.
Noi il calcolo elastico dovremmo assolutamente abbandonarlo.....se sapessimo con cosa sostituirlo.

E siccome la sua sostituzione è ancora di la da venire, ecco che ci mettiamo la "pezza".
Ma in realtà qualsiasi decisione si vada a prendere, nel tentativo di coprirsi per ogni evenienza, doppio, triplo modello, ecc., ci si accorge ben presto che la coperta è troppo corta. E che da qualche parte, comunque, andiamo a sbattere.

 

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